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- Obbligazioni – alla ricerca dell’interesse perduto
- Le obbligazioni svolgono un ruolo importante nel fornire stabilità a un portafoglio di investimento.
- Combinando in modo esperto azioni e obbligazioni, gli investitori possono migliorare i rendimenti corretti per il rischio.
- Tuttavia è difficile trovare i giusti titoli a reddito fisso a causa dei tassi di interesse estremamente bassi. Per ottenere un interesse sulle obbligazioni è necessario guardare ai mercati emergenti.
Tempo di lettura: 4 minuti
A prima vista sembra paradossale: i tassi di interesse non sono mai stati così bassi, eppure gli investitori si ammassano sui titoli a reddito fisso. Com’è possibile? Gli investitori obbligazionari possono ottenere un rendimento sufficiente a compensare l’inflazione?
Partiamo dall’inizio: sui mercati del credito i tassi di interesse non sono mai stati così bassi. Molti titoli governativi dei Paesi con rating creditizi positivi, e quindi un basso rischio di default, sono da tempo in territorio negativo. Ciò significa che chiunque presti denaro a tali Paesi non riceve in cambio alcun interesse, anzi deve pagare per questo privilegio. Al tempo stesso, sempre più società stanno raccogliendo nuovi capitali sui mercati obbligazionari e rastrellando denaro dagli investitori. Chi compra queste obbligazioni e le mantiene fino a scadenza incorrerà necessariamente in una perdita, e questo senza tenere conto dell’inflazione.
La drastica svolta della Federal Reserve rende nuovamente interessanti le obbligazioni. Finché i tassi di interesse continueranno a diminuire, c’è la probabilità di un rialzo dei prezzi.
La minaccia di una recessione e i rischi politici stanno mettendo sotto pressione i mercati azionari. Gli investitori sono alla ricerca di beni rifugio nello spazio obbligazionario.
Continua la pressione delle banche centrali sui tassi di interesse
L’elevata domanda di obbligazioni è stata causata anzitutto dalla Federal Reserve USA (Fed). L’anno scorso, negli Stati Uniti, sembrava che la fase di bassi tassi di interesse fosse finita e i tassi avessero raggiunto un punto di svolta. Tutto pareva indicare che la Fed avrebbe gradualmente alzato i tassi di interesse e che prima o poi altre banche centrali, come la Banca centrale europea (BCE), ne avrebbero seguito l’esempio dando avvio a una fase di rialzi. In un simile scenario, le obbligazioni in circolazione con bassi tassi di interesse avrebbero subito delle perdite, quindi non c’erano grandi incentivi a comprarle.
Ma improvvisamente, nell’autunno 2019, è cambiato tutto. A fronte dei crescenti rischi finanziari sui mercati mondiali, la Fed ha deciso di ridurre leggermente i tassi di interesse alla fine di luglio, tagliandoli poi nuovamente a settembre. Secondo molti osservatori, il taglio di settembre non sarà l’ultimo. La banca centrale “agirà come appropriato” per sostenere la crescita, ha dichiarato il presidente della Fed Jerome Powell all’inizio di ottobre[1] e a ottobre la Fed ha nuovamente ridotto i tassi di interesse.
Per gli investitori, queste dichiarazioni rappresentano sempre un incentivo ad accumulare titoli con tassi di interesse più elevati. Senza contare che le obbligazioni già emesse normalmente aumentano di prezzo quando il tasso di mercato diminuisce, e lo stesso vale per i titoli con rendimento negativo, come la maggior parte dei governativi tedeschi.
Alcuni investitori ritengono inoltre che il lungo boom del mercato azionario inizi a vacillare. I timori di una recessione, associati alla preoccupazione per una possibile escalation di molti conflitti politici, hanno frenato l’ottimismo di molti investitori, che invece di rischiare perdite elevate preferirebbero cercare beni rifugio[2] – anche se questo significa accettare tassi di interesse negativi.
Guadagnare sui tassi di interesse
Ma quali titoli obbligazionari scegliere? I tradizionali titoli di Stato di Paesi sviluppati come Stati Uniti e Germania offrono un grado elevato di sicurezza, ma non danno interessi. Per riuscire quantomeno a compensare l’inflazione è necessario considerare strumenti di investimento alternativi. I mercati emergenti e le obbligazioni societarie offrono ancora opportunità di investimento. Come sempre vale il consueto avvertimento: più alto è il rendimento, maggiore sarà il rischio.
Le obbligazioni in valuta forte riducono il rischio di cambio
Molti mercati emergenti sono migliori della loro reputazione
Molti mercati emergenti, soprattutto in Asia, hanno compiuto rapidi progressi rispetto agli anni scorsi, dimostrando una robusta crescita economica. Sebbene le loro prospettive siano diventate un po' meno brillanti di recente, sembra che la maggiore suscettibilità al rischio evidenziata negli anni passati sia stata superata da una fase di costante stabilità e tassi di crescita relativamente elevati. I tassi di finanziamento di questi Paesi sono tuttavia ancora sensibilmente superiori a quelli delle maggiori nazioni industrializzate come Stati Uniti e Germania.
In questo scenario, le obbligazioni dei mercati emergenti denominate in euro meritano particolare attenzione. Questi titoli non presentano gli stessi rating creditizi delle obbligazioni dei mercati sviluppati, ma in molti casi il loro merito di credito è paragonabile a quello delle obbligazioni corporate europee. Inoltre le obbligazioni dei mercati emergenti presentano ancora un mark-up di rendimento rispetto alle emissioni dei mercati sviluppati[3] con rating simili. “Acquistando obbligazioni emesse in euro, gli investitori possono potenzialmente evitare i rischi valutari”, spiega Roland Gabert, gestore DWS.
Anche il mercato delle obbligazioni denominate in euro ha sperimentato una forte crescita negli ultimi anni, di conseguenza gli investitori hanno ora a disposizione una gamma più ampia da cui scegliere. “Solo nel 2019 sono stati sette i mercati emergenti che hanno emesso obbligazioni denominate in euro per la prima volta”, afferma Gabert. “Questo crea più opportunità per diversificare il rischio di credito degli investitori”.
Preferenza per le obbligazioni[4] in valuta forte.
Le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta forte sono tuttavia emesse generalmente in dollari USA, il che significa una maggiore scelta di titoli in questo segmento. Anche le loro prospettive sono relativamente promettenti. Gli investitori europei in titoli denominati in dollari USA devono però considerare le oscillazioni valutarie.
Non bisogna inoltre trascurare le obbligazioni governative. L’Argentina, per esempio, sta affrontando il nono default sovrano della sua storia. E in Turchia sembra sempre più evidente che il Paese non riuscirà a rimborsare i propri debiti.