ago 26, 2020

L’idrogeno può salvare il clima e dare nuova energia agli investitori

L’idea di una fonte energetica del futuro, fa sognare i mercati, ma i titoli di questo settore sono altamente volatili. Gli investitori devono quindi puntare su un ampio mix di portafoglio. Un’ottima soluzione è offerta dai fondi.

  • Per rallentare il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature non si può fare a meno di ridurre l’impiego di combustibili fossili quali carbone, petrolio e gas naturale.
  • L’idrogeno può colmare questo vuoto, ma richiede la costruzione di infrastrutture completamente nuove. Molti Paesi stanno investendo miliardi per promuovere lo sviluppo in quest’area.
  • Il tema “idrogeno” si sta inoltre affermando anche in Borsa, ma è consigliabile diversificare ampiamente gli investimenti perché i singoli titoli azionari sono altamente volatili e molte società devo ancora emergere.
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Gli scienziati che partecipano all’Intergovernmental Panel on Climate Change sono tutti d’accordo: se l’umanità vuole rallentare il riscaldamento globale e quindi il cambiamento climatico, deve agire in tempi rapidi per ridurre le emissioni di gas serra come l’anidride carbonica (CO2). È quindi necessario limitare anzitutto l’uso di combustibili fossili quali carbone, petrolio e gas, un processo noto come decarbonizzazione dell’economia. Insieme alle fonti rinnovabili come l’energia solare, eolica e geotermale, l’idrogeno avrà un ruolo centrale nel realizzare questo obiettivo.

Una fonte energetica versatile

Oltre a sostituire la benzina e il diesel come carburante per i veicoli da strada, l’idrogeno potrebbe essere utilizzato anche per le navi e gli aerei. Un giorno forse lo useremo per riscaldare le nostre case o per stoccare il surplus di elettricità prodotto dagli impianti fotovoltaici ed eolici. Ulteriori utilizzi dell’idrogeno riguardano infine i processi industriali, per esempio in sostituzione del coke nella produzione dell’acciaio. Secondo l’Hydrogen Council, al quale hanno aderito aziende di tutto il mondo per promuovere l’uso dell’idrogeno,[1] entro il 2050 l’idrogeno potrebbe soddisfare quasi un quinto del fabbisogno energetico mondiale.

Secondo le previsioni dell’Hydrogen Council, entro il 2050 l’idrogeno potrebbe soddisfare circa un quinto del fabbisogno energetico mondiale.

Non c’è quindi da meravigliarsi se le Borse hanno scoperto questo tema, puntando i riflettori sulle società che producono celle a combustibile, impianti di elettrolisi e lo stesso idrogeno. Un’ulteriore spinta arriva dalle forze politiche, che in molti Paesi promuovono lo sviluppo di un’economia basata sull’idrogeno. La Germania, per esempio, ha adottato una strategia nazionale per l’idrogeno a inizio giugno, stanziando nove miliardi di euro di sovvenzioni per rendere commerciabile questa fonte energetica.

Dal grigio al verde

L’Unione europea ha invece stabilito l’obiettivo di creare opportunità produttive fino a di dieci milioni di tonnellate del cosiddetto[2] “idrogeno verde” entro il 2030, in quanto attualmente i 70 milioni di tonnellate di idrogeno prodotti ogni anno a livello mondiale provengono quasi per intero dal gas o dal carbone. Questo idrogeno “grigio” ha un impatto tutt’altro che positivo sull’ambiente, mentre l’idrogeno verde, estratto dall’acqua usando elettricità generata per elettrolisi, è completamente diverso: l’acqua viene separata nelle sue due componenti, ossigeno e idrogeno, senza emissioni di CO2 – purché l’elettricità sia generata mediante energia eolica o solare.

Come nel caso dell’elettricità da fonti rinnovabili, il costo della produzione di idrogeno dovrebbe diminuire rapidamente nei prossimi anni.

La domanda chiave è quanto costerà l’idrogeno in futuro. Affinché l’idrogeno verde, finora molto costoso, possa affermarsi come fonte energetica alternativa, i costi devono diminuire sensibilmente. Su questo fronte si osservano due sviluppi positivi: primo, l’elettricità da fonti rinnovabili è diventata assai più conveniente negli ultimi anni, rendendo meno costosa l’elettrolisi; secondo, gli impianti di elettrolisi sono ormai maturati al punto da operare con molta più efficienza rispetto ad alcuni anni fa. Il costo degli elettrolizzatori, i dispositivi che separano l’acqua nelle sue componenti di base idrogeno e ossigeno, è diminuito del 60 percento negli ultimi dieci anni e secondo le previsioni dell’UE dovrebbe ulteriormente dimezzarsi entro il 2030.[3]

Diversificare è fondamentale.

Gli investitori che vogliono scommettere sul megatrend dell’idrogeno non hanno che l’imbarazzo della scelta lungo tutta la catena di valore, dai produttori di idrogeno verde alle società che costruiscono i relativi impianti, dai fornitori di infrastrutture come gasdotti, stazioni di rifornimento e impianti di stoccaggio fino ai produttori di celle a combustibile e alle soluzioni per la fornitura di energia come i carburanti verdi.

Come sempre accade con prodotti e tecnologie che stanno per invadere il mercato, le opportunità e i rischi di investimento vanno di pari passo”, spiega Tim Bachmann, gestore di DWS Invest ESG Climate Tech, Comparto della Sicav lussemburghese DWS Invest. Il fondo investe a livello mondiale in società che con le loro soluzioni contribuiscono a rallentare il cambiamento climatico o a mitigarne gli effetti. In questo ambito rientra anche il settore dell’idrogeno. Poiché i titoli legati all’idrogeno sono altamente volatili, Bachmann consiglia di considerarli solo un elemento di un mix di portafoglio ampiamente diversificato.

Sfruttare il know how degli esperti

Nello scenario attuale non mancano inoltre la volontà politica e i mezzi finanziari per realizzare una svolta nei campi della mobilità, dell’energia e dell’industria proprio grazie all’idrogeno. Bisogna solo aspettare che gli investimenti inizino a dare i loro frutti. Per gli investitori interessati a questo mercato del futuro, le opportunità sono ampie tanto quanto le potenziali applicazioni di questa fonte energetica verde. La sfida sarà tuttavia riuscire a individuare i vincitori di domani. In tal senso, può essere utile sfruttare il know how degli esperti e non puntare tutto su una sola carta.

Le quotazioni dei titoli legati all’idrogeno sono altamente volatili. La sfida è selezionare singoli titoli promettenti.

1. https://hydrogencouncil.com/en/study-hydrogen-scaling-up/

2. https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/hydrogen_strategy.pdf, page 6

3. https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/hydrogen_strategy.pdf, page 4

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