mag 05, 2020 Azionari

Una questione di nervi – calma e sangue freddo per affrontare la crisi

Nei periodi di estrema incertezza dei mercati gli investitori possono sempre trovare opportunità interessanti, purché non si lascino “contagiare” dalla generale frenesia di vendere.

  • Nel breve periodo, la crisi del coronavirus continuerà probabilmente a dominare i mercati azionari e gli investitori dovranno affrontare un ulteriore aumento della volatilità.
  • Storicamente, questo genere di eventi ha sempre offerto opportunità agli investitori a lungo termine.
  • Invece di lasciarsi guidare dalla paura, gli investitori dovrebbero attenersi alla propria strategia e a un portafoglio ben diversificato.
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Questa volta è tutto diverso! La crisi del coronavirus è la peggiore di sempre! Sono queste le frasi che alcuni investitori continuano a ripetere in questi giorni bui per i mercati finanziari. E non di rado i principi di investimento più consolidati sembrano trascinati alla deriva dalle fortissime oscillazioni dei listini. I portafogli sono oggetto di frenetiche ristrutturazioni, nel disperato tentativo di riportare il rischio sotto controllo con decisioni che spesso comportano serie implicazioni e un aggravio di costi. In queste situazioni eccezionali, raramente la psicologia invia i giusti segnali agli investitori, che arrivano a vendere in prossimità dei minimi cementando quindi le perdite dei listini. Ma le ripide discese sono spesso seguite da ripide risalite, anche se a quel punto chi è uscito prima dal mercato rimarrà escluso.

Il sell-off causato dal coronavirus sui mercati statunitensi si è verificato in un tempo record di soli 15 giorni

Rimanere investiti per aumentare le opportunità di rendimento

Senza contare che, dopo un’uscita frettolosa, la maggior parte degli investitori ha difficoltà a rientrare nel mercato al momento giusto. Un’analisi[1] ha rilevato che il DAX tedesco è cresciuto in media del 7,2% p.a. dal 1988, la sua data di lancio, al 2018. Gli investitori rimasti esclusi dai dieci migliori giorni di negoziazione in questi tre decenni si sono dovuti invece accontentare solo del 4,3%: uscire dal mercato può rivelarsi molto costoso.

Performance del DAX negli ultimi cinque anni (periodi di 12 mesi)

 

03/19 – 03/20

03/18 – 03/19

03/17 – 03/18

03/16 – 03/17

03/15 – 03/16

   DAX

-13,8%

-4,7%

-1,8%

23,6%

-16,7%

“Nelle fasi di panico, molti investitori vogliono solo vendere, a qualsiasi costo. I prezzi azionari non si basano più su fattori fondamentali.”

La crisi del coronavirus sta mettendo a dura prova la salute mentale degli investitori. Il rischio che molti abbandonino i mercati in tutta fretta a causa delle turbolenze causate dalla pandemia è molto elevato. Dopotutto, il sell-off si è verificato con una velocità senza precedenti. A partire dal picco del 19 febbraio, ci sono voluti non più di 15 giorni per far precipitare l’S&P500 in un mercato ribassista, definito come una perdita dei listini pari o superiore al 20%, e il DAX tedesco è stato anche più veloce. Di norma, queste correzioni così drastiche richiedono uno o due mesi di tempo, se non di più.

 

 

03/19 – 03/20

03/18 – 03/19

03/17 – 03/18

03/16 – 03/17

03/15 – 03/16

  S&P 500

-7,0%

9,5%

14,0%

17,2%

1,8%

Il problema di questi sell-off è che i dati fondamentali non sono più il motivo delle variazioni dei prezzi. Molti investitori sono pronti a vendere praticamente a qualsiasi prezzo. E queste fasi non sono necessariamente di breve durata. Alcuni studi condotti negli Stati Uniti hanno dimostrato che le fasi di correzione dei 25 mercati ribassisti dal 1929 sono durate in media 85 giorni.[2]

Gli esperti si aspettano una severa recessione economica

Senza dubbio, in pochissimo tempo la pandemia di coronavirus ha cambiato anche le prospettive economiche delle aziende. Nelle previsioni di primavera, i cinque maggiori istituti di ricerca economica hanno previsto per il solo secondo trimestre una riduzione delle attività economiche tedesche del 9,8% in rapporto al prodotto interno lordo (PIL). Si tratterebbe del calo trimestrale più netto dal 1970, pari a oltre il doppio della peggiore perdita trimestrale registrata durante la crisi finanziaria globale del 2009. Per l’intero anno 2020, il PIL dovrebbe diminuire del 4,2%.

I ricercatori economici ritengono possibile una rapida ripresa dell’economia dopo una profonda recessione nel 2020.

Ma non mancano i motivi di speranza: in tutto il mondo, i governi e le banche centrali stanno facendo di tutto per arginare gli effetti di una recessione con il supporto di programmi economici del valore di svariati miliardi. In questo scenario, una ripresa a V dell’economia, come dopo la crisi finanziaria nel 2009, appare una probabilità del tutto realistica. Alla ripida discesa farebbe quindi seguito una ripida risalita dell’economia.

Gli istituti di ricerca tedeschi non escludono un simile scenario per il 2021 e prospettano una crescita del PIL pari al 5,8% per il prossimo anno. Sarebbero quindi ristabilite rapidamente le prospettive di rendimento per gli investitori. Ma i ricercatori avvertono che le cose potrebbero anche andare diversamente, per esempio se non si riuscirà a controllare la diffusione della pandemia nei tempi brevi sperati o se addirittura esploderanno nuovi focolai, e di conseguenza l’attività economica si riprenderà solo lentamente a causa delle ricorrenti misure di quarantena.

Segnali di speranza dalla ripresa del mercato azionario cinese

Una possibile ripresa dei mercati finanziari dopo la crisi si sta già evidenziando chiaramente in Cina, dove il virus ha avuto origine e, fino a poco tempo fa, ha paralizzato vaste zone del Paese. In Cina la pandemia sembra ormai sotto controllo: la popolazione e le aziende stanno tornando gradualmente alla normalità e il mercato azionario ha ritrovato il suo equilibrio. Sebbene la borsa di Shanghai sia scesa a livelli inferiori a quelli di inizio anno, rispetto ad altri mercati azionari la sua perdita del 7,8% sembra piuttosto moderata (al 15 aprile 2020).

Ancora una volta appare quindi evidente che anche nell’attuale crisi azionaria causata dal coronavirus i cambiamenti non sono stati del tutto improvvisi. Questa crisi presenta le consuete caratteristiche che ben conosciamo da altri scossoni dei mercati. Per esempio il fatto che nel corso del tempo un portafoglio ben strutturato e ampiamente diversificato ha sempre compensato le perdite. Gli investitori dovrebbero tenere sempre ben presente la massima del famoso investitore americano Shelby Cullom Davis: “Si guadagna soprattutto nei mercati ribassisti, anche se al momento uno non se ne accorge.” Senza dubbio un simile atteggiamento richiede nervi saldi, disciplina e tutta la liquidità necessaria. Ma potrebbe essere premiato da profitti superiori alla media.

intervista sul cambiamento climatico a Tim Bachmann

Climate change con Tim Bachmann
Per saperne di più

1. https://www.institutional-money.com/news/theorie/headline/studie-das-meiste-geld-mit-aktien-verdient-man-im-schlaf-152416/

2. https://ftalphaville.ft.com/2020/03/16/1584351350000/Snap-AV--a-collapse-like-no-other/

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