nov 12, 2019 Azionari

Chi ha la migliore “intelligenza artificiale” tra Stati Uniti e Cina?

Gli Stati Uniti sono ancora all’avanguardia nelle tecnologie informatiche “pensanti”, ma la Cina preme per conquistare la prima posizione. Per gli investitori si aprono prospettive interessanti

  • Entro il 2030 la Cina vuole diventare la prima potenza al mondo nell’intelligenza artificiale (IA), superando gli Stati Uniti attualmente in testa.
  • Il mercato dell’IA cinese sta crescendo rapidamente e può offrire interessanti opportunità agli investitori internazionali.
  • Le aziende cinesi sono avvantaggiate da una forte domanda interna, dal supporto delle politiche pubbliche e da una popolazione aperta alle nuove tecnologie.
Tempo di lettura 4 minuti

È stato il classico “momento Sputnik”. Per la prima volta, il programma di intelligenza artificiale (IA)[1] AlphaGo di Google ha battuto il campione sudcoreano Lee Sedol a “Go“, un gioco di strategia molto più complicato degli scacchi.

Questo accadeva nel 2016. E come l’orbita intorno alla terra del satellite russo Sputnik diede avvio al programma di sbarco sulla luna, così la sconfitta del giocatore umano a “Go” ha indotto la Cina a porsi un ambizioso traguardo[2] : diventare leader tecnologico indiscusso nell’IA entro il 2030 e leader delle singole tecnologie entro il 2025. Per realizzare questo obiettivo, Pechino sta destinando miliardi alla ricerca sui software intelligenti e allo sviluppo di aziende e istituti di ricerca cinesi.

Il governo cinese sta riversando miliardi nelle società di IA nazionali. L’obiettivo è diventare leader globali.

L’intelligenza artificiale è il fuoco del ventunesimo secolo per l’umanità

È un fatto indiscusso che le potenzialità sociali dell’intelligenza del computer sono praticamente illimitate. Sundar Pichai, CEO di Google, sostiene anzi che l’intelligenza artificiale sia più importante per l’umanità della scoperta del fuoco o dell’elettricità. Questo significa che i Player all’avanguardia nell’IA avranno un’influenza decisiva sui mercati connessi agli algoritmi “pensanti“, sempre più diffusi, e probabilmente ne trarranno anche vantaggi economici.

“Oggi gli Stati Uniti sono ancora leader nelle tecnologie per l’intelligenza artificiale, quali l’apprendimento automatico, l’analisi semantica e il cognitive computing[3], ma la Cina sta recuperando terreno”, afferma Tobias Rommel, gestore del Comparto DWS Invest Artificial Intelligence.

A che punto è arrivata questa grande potenza mondiale nello sviluppo dell’IA? La Cina è pur sempre un Paese ufficialmente comunista, spesso considerato una dittatura quando si parla di sviluppo tecnologico visto che manca la democrazia. L’obiettivo che Pechino si è autoimposta, di diventare leader nella tecnologia, è realistico?

Una cosa è certa: il generoso sostegno pubblico si è già tradotto in una rapida crescita dei ricavi. Secondo le stime, il valore del settore IA cinese arriverà a US$22 miliardi entro il 2022[4], un incremento di quasi il 60% rispetto al 2018

Gli Stati Uniti continuano a non avere rivali nell’IA

Stando ai principali indicatori, gli Stati Uniti sono ancora saldamente in vetta con più di 1.000 società di IA, molte delle quali detengono un elevato numero di brevetti. Tra queste figurano nomi di fama internazionale quali Google, Facebook, Salesforce e Microsoft, ma anche numerose start-up molto note[5] come Nuro, UiPath e Avant.

Secondo uno studio condotto dalla World Intellectual Property Organization (WIPO), a livello mondiale il maggior numero di brevetti IA (8.290 invenzioni) è stato registrato dalla società americana di informatica e consulenza IBM, che ha sviluppato il supercomputer “Watson”[6]. Secondo, a livello mondiale, il gigante del software Microsoft, con 5.930 invenzioni.

Per poter funzionare, il software di IA deve essere in grado di analizzare enormi quantità di dati in tempi brevissimi. Questo richiede un hardware potente. Anche in tale ambito gli Stati Uniti rimangono in testa grazie a società quali Nvidia e Intel che producono processori e tecnologie di archiviazione veloci.

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Riuscirà la Cina a diventare il leader dell'IA entro il 2030?

Nel riconoscimento delle immagini la Cina è già all’avanguardia

Ma per quanto riguarda le singole specializzazioni, il quarantotto percento degli investimenti globali in società di IA non quotate si concentra attualmente in Cina, un dato che non è passato inosservato. Gli ingegneri informatici cinesi sono già considerati leader globali quando si parla di analisi di dati visuali supportati dall’IA, tra cui l’analisi dei raggi X, le immagini satellitari e il riconoscimento facciale. L’elaborazione del linguaggio umano è un’altra area di eccellenza degli sviluppatori di IA cinesi.

Società quali SenseTime, Tencent, Unisound, Face++ e Baidu – l’equivalente cinese di Google – si sono fatte strada grazie allo sviluppo di soluzioni potenti.[7] La società di ricerche di mercato CB Insights ha individuato almeno dieci “unicorni" nel settore IA cinese: start-up con un valore superiore a 1 miliardo di dollari le cui azioni non sono ancora quotate in borsa.[8]

Le società di IA cinesi sono avvantaggiate da norme poco stringenti sulla protezione dei dati e dalla mancanza di privacy.

Nell’IA la corsa al recupero è in pieno svolgimento

Ma la grande potenza dell’Est dispone di un numero assai inferiore di esperti di IA. Uno studio condotto dalla Tsinghua University di Pechino ha rivelato che su un totale di circa 200.000[9] ricercatori e ingegneri a livello mondiale, attualmente 30.000 provengono dagli Stati Uniti e solo 18.000 dalla Cina. Se si includono nel calcolo solo gli esperti di “fama mondiale”, il numero dei superspecialisti statunitensi (5.518) supera di oltre cinque volte quello dei cinesi, attualmente poco meno di 1.000.

Tuttavia il divario tra i rivali dell’IA si sta restringendo anche in termini di conoscenze. L’analisi condotta dall’Allen Institute for Artificial Intelligence indica che i ricercatori cinesi sono sempre più presenti nei dieci articoli scientifici più citati sull’intelligenza artificiale. Nel 2018 la loro quota era pari al 26,5 percento,[10] a fronte del 29 percento degli Stati Uniti che di recente hanno evidenziato un trend in diminuzione.

In Cina l’IA è onnipresente

“Quando si viaggia in Cina, ci si accorge che nel Paese l’intelligenza artificiale è giù ovunque”, afferma Tobias Rommel. L’IA analizza il girato delle telecamere per la sicurezza degli edifici e il rilevamento delle infrazioni stradali. I sistemi di riconoscimento facciale hanno molte applicazioni, per esempio sono utilizzati in occasione dei concerti: se identificano un malvivente in fuga, lo segnalano alla polizia.

Non sorprende quindi che le forze di sicurezza cinesi siano attualmente i principali acquirenti di IA.[11] Il secondo maggiore ambito di applicazione è il settore finanziario, seguito dal marketing e dai trasporti.

E anche per i bambini in età scolare l’intelligenza artificiale è già parte della vita di ogni giorno. In una scuola secondaria di Hangzhou, l’IA serve i pasti ai bambini: un computer scansiona i loro volti prima di servire a ogni bambino il pasto che ha ordinato. Il computer analizza quindi i dati nutrizionali relativi agli ordini ricevuti e invia ai genitori una serie di suggerimenti per ottimizzarli.

Il settore della sicurezza cinese è il principale buyer di intelligenza artificiale.

1. L’intelligenza artificiale si basa su un algoritmo software di auto-apprendimento che analizza enormi volumi di dati, riconosce pattern di informazioni e prende decisioni complesse sulla base di tali dati. Un esempio sono i servizi per la casa che funzionano con il riconoscimento vocale o gli autopiloti che adattano il proprio stile di guida al singolo utente.

2. https://eandt.theiet.org/content/articles/2019/09/ai-passes-go-where-next-for-chinas-artificial-intelligence-ambitions/

3. L’apprendimento automatico si basa su un software che non è programmato rigidamente, bensì usa la valutazione dei dati per apprendere e funzionare in modo più accurato. L’analisi semantica include la valutazione delle intenzioni che si celano dietro a un testo parlato o scritto. Il cognitive computing cerca di utilizzare il software per simulare il funzionamento del cervello e del pensiero umano.

4. Fonte: iResearch 2018

5. https://www.cbinsights.com/research/artificial-intelligence-startup-us-map/

6. https://www.wipo.int/edocs/pubdocs/de/wipo_pub_1055_exec_summary.pdf

7. https://www.scientificamerican.com/article/will-china-overtake-the-u-s-in-artificial-intelligence-research/

8. https://www.scientificamerican.com/article/will-china-overtake-the-u-s-in-artificial-intelligence-research/  

9. https://eandt.theiet.org/content/articles/2019/09/ai-passes-go-where-next-for-chinas-artificial-intelligence-ambitions/

10. https://www.scientificamerican.com/article/will-china-overtake-the-u-s-in-artificial-intelligence-research/ 

11. Fonte: iResearch 2018 

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