dic 01, 2020 Infrastruttura

Infrastrutture - 10 fatti che ogni investitore dovrebbe conoscere

Il costo per ampliare e ammodernare le infrastrutture ammonta a diversi miliardi ogni anno. Ma serviranno ancora più investimenti. Scopri cosa rende le infrastrutture così speciali per gli investitori.

  • In molti paesi le infrastrutture non soddisfano più le esigenze moderne e devono essere ampliate o ammodernate.
  • Inoltre, la pandemia di Covid-19 sta accelerando dei megatrend che potrebbero cambiare radicalmente il modo di vivere delle persone.
  • In conseguenza di ciò, gli investimenti in digitalizzazione, maggiore efficienza dei trasporti e maggiore sostenibilità dovrebbero assumere un’importanza ancora più rilevante.
Tempo di lettura: 9 minuti

La spesa dovrebbe aumentare di diverse centinaia di miliardi di dollari all’anno in questo decennio per consentire alle infrastrutture di tenere il passo con la crescita economica.

1) Un gap che ha delle conseguenze

Per molto tempo gli investimenti effettuati in infrastrutture sono stati insufficienti. È vero che ogni anno in tutto il mondo vengono spesi circa 2,5 trilioni di dollari nei sistemi di trasporto, nei sistemi elettrici, idrici e di telecomunicazioni.[1] Ma questa somma non è adeguata per soddisfare le crescenti esigenze in termini di infrastrutture. Secondo le stime elaborate dalla società di consulenza McKinsey & Company, gli investimenti dovrebbero aumentare a circa 3,3 trilioni di dollari all’anno entro il 2030, di cui il 60% attribuibile ai mercati emergenti.[2] Se teniamo conto anche dei maggiori investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, il gap finanziario si amplia ulteriormente. Gli esperti sostengono che non serve soltanto denaro, ma anche una maggiore efficienza.

2) Le città cominciano ad essere affollate

Nel 1950, meno di un terzo della popolazione mondiale viveva in città.[3] Nel 2007, oltre il 50% della popolazione mondiale viveva in città. Le Nazioni Unite prevedono che questo valore salirà a circa il 70% entro il 2050. Stanno nascendo sempre più megalopoli con diversi milioni di persone concentrate in un’area molto ristretta. E tutte hanno bisogno di case, acqua e cibo. Gli impianti fognari e le strade devono tenere il passo. Per poter far fronte alla crescente domanda di energia in tempi di cambiamento climatico, dobbiamo anche produrre elettricità in modo per quanto possibile efficiente e senza emissioni. Si tratta di una sfida enorme, e non solo per le megalopoli dei mercati emergenti.

3) Crescente consumo di acqua

Secondo il World Water Report delle Nazioni Unite, il consumo mondiale di acqua è cresciuto di circa l’1% all’anno a partire dagli anni Ottanta.[4] Il rapporto afferma che tre persone su dieci non hanno accesso costante ad acqua potabile pulita. Queste difficoltà sul fronte dell’acqua continueranno ad aumentare, acuite in parte anche dagli effetti del cambiamento climatico. Infine, oltre l’80% delle acque di scarico globali finiscono nell’ambiente senza alcun trattamento.[5] Le malattie veicolate dall’acqua, come ad esempio il colera, sono quindi ancora diffuse in molti paesi emergenti. Una soluzione al problema potrebbe essere l’uso di infrastrutture che limitino le perdite di acqua e ne rendano disponibile una maggiore quantità, grazie al trattamento e alla desalinizzazione.

2) Le città cominciano ad essere affollate

Nel 1950, meno di un terzo della popolazione mondiale viveva in città.[3] Nel 2007, oltre il 50% della popolazione mondiale viveva in città. Le Nazioni Unite prevedono che questo valore salirà a circa il 70% entro il 2050. Stanno nascendo sempre più megalopoli con diversi milioni di persone concentrate in un’area molto ristretta. E tutte hanno bisogno di case, acqua e cibo. Gli impianti fognari e le strade devono tenere il passo. Per poter far fronte alla crescente domanda di energia in tempi di cambiamento climatico, dobbiamo anche produrre elettricità in modo per quanto possibile efficiente e senza emissioni. Si tratta di una sfida enorme, e non solo per le megalopoli dei mercati emergenti.

3) Crescente consumo di acqua

Secondo il World Water Report delle Nazioni Unite, il consumo mondiale di acqua è cresciuto di circa l’1% all’anno a partire dagli anni Ottanta.[4] Il rapporto afferma che tre persone su dieci non hanno accesso costante ad acqua potabile pulita. Queste difficoltà sul fronte dell’acqua continueranno ad aumentare, acuite in parte anche dagli effetti del cambiamento climatico. Infine, oltre l’80% delle acque di scarico globali finiscono nell’ambiente senza alcun trattamento.[5] Le malattie veicolate dall’acqua, come ad esempio il colera, sono quindi ancora diffuse in molti paesi emergenti. Una soluzione al problema potrebbe essere l’uso di infrastrutture che limitino le perdite di acqua e ne rendano disponibile una maggiore quantità, grazie al trattamento e alla desalinizzazione.

La trasformazione energetica, con molti produttori decentralizzati, richiede una rete elettrica totalmente nuova che colleghi in modo intelligente consumatori e produttori.

Il commercio al dettaglio sta cambiando rapidamente, così come il conseguente impatto sula logistica. La domanda di nuovi centri di distribuzione è elevata.

6) Controllo intelligente del traffico

Quando il traffico è scorrevole, si raggiunge la destinazione in modo più rapido e utilizzando meno energia. Secondo delle stime, il collegamento in rete di sensori controllati via radio, sia sui veicoli sia sulle infrastrutture di trasporto, potrebbe far risparmiare fino a otto miliardi di euro di costi all’anno nella sola Germania.[6] Se un veicolo comunica con i semafori, ad esempio, la sua velocità può essere regolata in modo da intercettare la luce verde. Quando la visibilità è scarsa oppure la strada è ghiacciata, il computer di bordo calcola la distanza di frenata ottimale e, raggiunta la destinazione, visualizza il parcheggio disponibile più vicino. Per fare ciò, serve un preciso coordinamento di tutti gli utenti della strada, realizzabile soltanto con una riorganizzazione radicale del nostro sistema di trasporti.

7) Due pacchi al mese

Il commercio al dettaglio nelle vie dello shopping è in grave difficoltà, mentre il business online è in fortissima crescita. Le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19 hanno ulteriormente rafforzato questo trend. Indipendentemente dalle opinioni personali su questo trend, esso è favorevole per l’industria della logistica, che però dovrà prima fare grandi investimenti per poter tenere il passo della crescita della domanda. Di norma, la domanda di spazio logistico nel retail online è tre volte superiore rispetto alla distribuzione tradizionale. Secondo la società di consulenza McKinsey & Company, di recente l’attività mondiale di spedizione di pacchi ha generato ricavi per oltre 240 miliardi di euro. La Germania è al primo posto a livello mondiale: ogni cittadino tedesco riceve in media 24 pacchi all’anno da venditori online. Solo i Cinesi mostrano persino maggior propensione agli acquisti online, ricevendo oltre 70 pacchi all’anno.[7]

8) Energia rinnovabile - non solo vento e sole

Il settore automobilistico è attualmente al centro dell’attenzione per rallentare il cambiamento climatico, ma occorre anche un allontanamento generalizzato dai combustibili fossili come ad esempio il carbone, il petrolio e il gas naturale. L’industria e le abitazioni devono seguire l’esempio. Stiamo riponendo le nostre speranze sull’idrogeno, ma esso richiederà lo sviluppo di un’infrastruttura completamente nuova, dalla generazione alla distribuzione e allo stoccaggio. Molti paesi stanno spingendo lo sviluppo con investimenti di svariati miliardi, in modo che entro il 2050 l’idrogeno possa coprire quasi un quinto del fabbisogno energetico mondiale[8]. Nel 2018, il governo tedesco, insieme ad altri paesi europei, ha introdotto a sua volta un’iniziativa legata all’idrogeno. Realisticamente però, è improbabile che l’idrogeno possa affermarsi come concreto vettore energetico ecologico prima del 2030.

9) La Via della Seta è viva e vegeta

La prima Via della Seta risale a circa 2500 anni fa. Essa è servita come rotta commerciale tra Cina, Asia centrale e Medio Oriente e ha avuto ricadute enormi sulla regione. La Belt and Road Initiative (BRI), conosciuta anche come “Nuova Via della Seta”, lanciata dalla Cina nel 2013, si riallaccia a questa storica strada continentale, estendendola fino all’Europa. Una Via della Seta marittima collegherà la Cina, l’Asia meridionale e il sud-est asiatico, l’Africa e l’Europa, anche via mare. Il coinvolgimento delle imprese cinesi si estende su diversi settori e non si limita ad ampliare le reti di trasporto. Ad oggi, non esiste un documento strategico concreto riguardante l’iniziativa BRI con obiettivi e target misurabili,[9] ma non vi sono dubbi sulla volontà della Cina di riportare in vita la Via della Seta.

10) Perché le infrastrutture sono così speciali per gli investitori

Uno dei motivi più importanti per investire in infrastrutture è che le imprese che gestiscono questi asset sono meno sensibili agli alti e bassi dell’economia. I servizi che esse forniscono (fornitura di acqua ed elettricità, costruzione e manutenzione di strade di trasporto e servizi di telecomunicazione) solitamente presentano una domanda relativamente costante, indipendentemente dal contesto economico.

Le azioni di questo settore si distinguono anche per altri vantaggi, tra i quali l’affidabilità dei ricavi, in quanto le infrastrutture sono spesso progettate per durare per decenni e alcune di esse dispongono di contratti di concessione pubblica. Elevate barriere all’ingresso rendono difficile l’ingresso sul mercato di nuovi operatori. Il rischio maggiore per questo settore è un cambiamento della normativa che possa modificare fondamentalmente da un giorno all’altro le prospettive di business delle singole imprese. Tuttavia, se intelligentemente diversificate, le azioni delle società di infrastrutture possono stabilizzare qualunque portafoglio.

Le azioni delle società impegnate nelle infrastrutture solitamente non sono molto sensibili ai cicli economici. Possono quindi offrire maggiore stabilità a un portafoglio.

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1. https://www.mckinsey.com/~/media/mckinsey/Industries/Capital%20Projects%20and%20Infrastructure/Our%20Insights/Bridging%20global%20infrastructure%20gaps/Bridging-Global-Infrastructure-Gaps-Full-report-June-2016.ashx, pagina 8

2. https://www.mckinsey.com/~/media/mckinsey/Industries/Capital%20Projects%20and%20Infrastructure/Our%20Insights/Bridging%20global%20infrastructure%20gaps/Bridging-Global-Infrastructure-Gaps-Full-report-June-2016.ashx, pagina 3

3. https://www.infineon.com/cms/de/discoveries/urbanisierung/

4. https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000367303_ger

5. https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000367276

6. https://www.bmwi.de/Redaktion/DE/Downloads/I/initiative-intelligente-fakten-verkehr.pdf?__blob=publicationFile&v=1

7. https://www.mckinsey.com/de/news/presse/2019-06-17-postal-network

8. https://hydrogencouncil.com/en/study-hydrogen-scaling-up/

9. https://www.gtai.de/resource/blob/156998/a520353271f672fe7f6f2dd27411d23c/pub201909068000-21151-fact-sheet-neue-seidenstrasse-chinas-breit-aufgestellte-investitionsoffensive-data.pdf

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