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- Il timing di mercato non è determinante
- Secondo il DWS Research Institute, il timing di mercato non è la chiave per investire con successo nel lungo periodo.
- Molto più importante è la giusta asset allocation, da cui dipende circa il 90 percento dei rendimenti di portafoglio.
- Con i fondi multi asset è più facile investire in maniera flessibile e adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato.
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Oltre alla selezione dei titoli, pochi aspetti preoccupano gli investitori come il timing di mercato. Comprensibilmente, si ha paura di investire “nel momento sbagliato” e pagarne le conseguenze. Il timore di lasciarsi sfuggire il “miglior” prezzo assilla gli investitori e talvolta li paralizza, con il risultato che l’opportunità di investire è persa per sempre.
Individuare massimi e minimi è pressoché impossibile
È quasi impossibile riuscire a cogliere perfettamente un prezzo minimo sul mercato azionario. Quando succede, di solito si tratta di un colpo di fortuna. Bisogna sentirsi molto sicuri per comprare quando gli altri stanno vendendo. Gli investitori sono esseri sociali e non amano opporsi alla folla, pertanto non sorprende che si lascino facilmente contagiare dall’euforia generale quando i prezzi salgono. Se tutti comprano sarà la cosa giusta, non è vero?
Ma tutta quest’ansia per il timing non ha motivo d’essere. Gli analisti del DWS Research Institute ritengono che il timing di mercato possa avere una forte influenza sui rendimenti a breve termine, mentre nel lungo periodo le differenze sostanzialmente scompaiono.
In una prospettiva di lungo periodo, non vale la pena interrogarsi su quale sia il momento migliore per investire
Comprare ai massimi penalizza i risultati di breve periodo
Gli investitori che hanno comprato azioni statunitensi nell’aprile del 2000, per esempio, l’hanno fatto in un momento in cui le valutazioni erano estremamente elevate. Subito dopo si è verificato uno dei peggiori crolli nella storia dei mercati azionari. I rendimenti annuali a cinque anni sono scesi dai livelli massimi fino a meno quattro percento, e quelli a dieci anni a meno uno percento. Gli investitori che sono entrati sul mercato dodici mesi dopo il picco hanno invece realizzato un rendimento annuale del due percento nei cinque anni successivi.
Il 90 percento della performance di un portafoglio dipende da una corretta asset allocation
Ma la pazienza paga
Nel lungo termine, però, l’impatto del timing di mercato si riduce. Lungo un orizzonte di investimento di 15 anni, i rendimenti annuali su un acquisto ai picchi di mercato e su un acquisto effettuato dodici mesi dopo differivano solo di un punto percentuale. La pazienza riduce le differenze di rendimento dovute al timing e porta in primo piano l’asset allocation. Secondo gli esperti del DWS Research Institute, il 90 percento della performance di un portafoglio dipende dall’asset allocation.
Chi sta pensando alla vecchiaia o vuole investire a lungo termine deve quindi prestare particolare attenzione al giusto mix di portafoglio. Per molti investitori, i fondi misti possono essere la scelta giusta.