ott 22, 2019 Azionari

Sempre al secondo posto? Perché le azioni USA sono un passo avanti rispetto ai titoli europei.

Negli ultimi dieci anni le borse statunitensi hanno nettamente distaccato l’Europa. Sarà ancora così?

  • Da anni i mercati azionari americani continuano a battere quelli europei e a segnare nuovi massimi.
  • La strategia aziendale, l’andamento degli utili e le ponderazioni dei settori negli indici azionari creano le maggiori differenze tra le due sponde dell’Atlantico.
  • Molte cose dovranno accadere in Europa prima che il predominio americano inizi a vacillare.
5 min

La borsa americana, molto semplicemente, non ha cambiato passo. Le dispute commerciali irrisolte con la Cina e l’Europa, la Brexit imminente, i segnali di rallentamento dell’economia globale: finora nessuno di questi rischi geopolitici è riuscito ad avere un impatto rilevante sulla traiettoria rialzista delle azioni USA. Al contrario, l’indice generale dei titoli azionari statunitensi S&P 500 [1] ha segnato ultimamente un nuovo massimo. In Europa, la situazione è completamente diversa: l’Euro Stoxx 50, l’indice delle maggiori società dell’Eurozona, è ben lontano dal picco storico raggiunto nel 2015.

Rendimenti superiori per le azioni USA

Se guardiamo all’ultimo decennio, chi ha investito in azioni europee è rimasto decisamente indietro. Dieci anni fa le borse si erano rinsaldate dopo i crolli delle quotazioni causati dalla crisi finanziaria e dal successivo collasso economico del 2008, ma subito dopo il Nordamerica e l’Europa hanno intrapreso percorsi diversi. Da allora, il valore dell’Euro Stoxx 50 Total Return Index[2], che considera anche i dividendi distribuiti dalle società incluse nell’indice, è solamente raddoppiato, mentre la sua controparte statunitense, l’S&P 500 Total Return Index, è cresciuto di oltre il 300 percento.

Indice 08/14- 08/15 08/15- 08/16 08/16- 08/17 08/17- 08/18 08/18- 08/19
Euro Stoxx 50 Total Return Index in euro 6,6% 3,9% 17,1% 2,7% 4,7%
S&P 500 Total Return Index 0,5% 12,6% 16,2% 19,7% 2,9%

Le aziende americane sono da tempo focalizzate sul valore per gli azionisti e ciò avvantaggia la performance dei loro utili.

Come si spiega questo enorme differenziale, ed è possibile che il divario torni a chiudersi in tempi brevi? Secondo Thomas Bucher, Equity Strategist di DWS, un motivo alla base di questo divario transatlantico è che le società USA hanno registrato una crescita degli utili superiore negli ultimi anni.

“Questo dipende in parte dal fatto che dopo la crisi le società americane hanno iniziato per prime a focalizzarsi sul “valore per gli azionisti”, una strategia che riconosce la massima priorità a questo valore aggiunto, ricorrendo per esempio a un più rigido risparmio sui costi”, spiega Bucher.

Il divario tra gli utili aziendali di Stati Uniti ed Europa si è inoltre accentuato a causa della “crisi dopo la crisi”.

“Avevamo a stento iniziato a superare la crisi finanziaria globale, quando sono iniziate le difficoltà dei Paesi più indebitati dell’Eurozona,” prosegue Bucher.

Per un certo periodo di tempo l’euro è rimasto sospeso sull’orlo del precipizio, ponendo un freno non solo ai consumi delle famiglie e delle imprese, ma anche alla domanda di investimenti. E di questa situazione hanno risentito in particolare gli utili delle società europee che esportano all’interno dell’Eurozona.

I leader di mercato globali “made in USA” guidano la borsa

Anche il mix di settori ha probabilmente contribuito ad ampliare il vantaggio del mercato USA. Le aziende di servizi e le società con piattaforme di business digitali sono molto più rappresentate nell’indice S&P500 che non nell’indice Euro Stoxx 50. Molte di queste società innovative sono emerse come leader indiscussi del mercato globale e i loro titoli sono saliti velocemente in borsa. Di conseguenza, i brand digitali globali di Microsoft, Apple, Amazon, Facebook e Alphabet, la capogruppo di Google, le cui quotazioni sono quadruplicate dopo la crisi, figurano tra i primi dieci titoli[3] dell’S&P500.

In Europa sono le società della “old economy” a dominare gli indici azionari

Total, Linde, Sanofi e Unilever, pesi massimi dell’Euro Stoxx 50, appartengono a settori più tradizionali quali energia, chimici, farmaceutici e beni di consumo. La loro crescita, rispetto a quella dei titoli americani, appare modesta. Solo due aziende dei settori tecnologici software e semiconduttori – SAP e l’olandese ASML (leader mondiale nella fornitura di sistemi litografici per l’industria dei semiconduttori) – figurano attualmente tra le dieci maggiori [4] società dell’indice Euro Stoxx 50.

“La presenza relativamente limitata del settore high-tech è un altro fattore che penalizza gli indici azionari europei”, prosegue Bucher.

Il settore auto è un chiaro esempio dei problemi che affliggono l’Europa. Dopo avere a lungo ignorato la transizione verso nuovi concetti di mobilità come i sistemi a trazione elettrica e i veicoli a guida autonoma, gli europei devono ora stare a guardare mentre i competitor americani e asiatici entrano nei loro mercati e mettono sotto pressione i brand domestici che hanno avuto successo finora. Il risultato? Le azioni del settore auto europeo, che rappresentano i pesi massimi del Dax, il principale indice azionario tedesco, [5], stanno attualmente penalizzando fortemente le borse europee a causa della debolezza delle loro quotazioni.

Le banche europee perdono terreno

Persino il settore finanza, che ha un peso relativamente elevato pari al 16 percento circa[6] nell’indice Euro Stoxx 50, sembra frenare la performance complessiva del mercato azionario. Negli Stati Uniti, le banche sono riuscite a lasciarsi velocemente alle spalle i problemi ereditati dalla crisi finanziaria e i loro utili sono tornati in ottima forma, mentre molti istituti di credito europei sono ancora alle prese con le enormi svalutazioni necessarie e stanno quindi perdendo importanza dal punto di vista strategico.

“Anche la politica di bassi tassi di interesse della Banca centrale europea sta avendo un impatto negativo sulle società del settore finanziario, mentre nel caso dei competitor americani, favoriti da tassi di interesse più alti, i ricavi netti da interessi sono tornati a essere un’importante fonte di reddito”, spiega Bucher.

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Secondo i tradizionali criteri di valutazione, come il rapporto prezzo/utili o il rapporto prezzo/valore di libro (prezzo di mercato per azione diviso per il valore di libro per azione), le azioni europee sono scambiate decisamente a sconto rispetto a quelle statunitensi, un quadro che parrebbe sostenere già da tempo una posizione di sovrappeso sull’Europa rispetto agli USA. Ma questi indicatori sono fuorvianti.

Se per le valutazioni di mercato si considera invece il free cash flow (FCF), ovvero i mezzi liquidi che le società dell’indice generano dalle proprie attività operative, emerge una situazione diversa. Questo approccio è giustificato dal fatto che tali mezzi, in definitiva, sono gli unici che rimangono per la distribuzione dei dividendi, i riacquisti azionari e il rimborso del debito. Questo indicatore tiene conto anche dell’indebitamento debito dell’impresa.

Misurato in base al rendimento FCF (free cash flow diviso per la capitalizzazione di mercato e le passività finanziarie nette), un numero basso tende a indicare una valutazione più elevata sul mercato azionario. Come indica il grafico, Europa e Asia attualmente scambiano esattamente allo stesso livello (4,4%) e sono rimaste a tale livello dal 2014.

L’interessante performance delle azioni statunitensi è spiegabile e comprensibile

L’esperto azionario Bucher la interpreta in questo modo:

  • Anzitutto, i mercati azionari di Stati Uniti ed Europa non sono forse diventati così costosi come alcuni pensano.
  • Secondo, il miglioramento nella generazione di mezzi liquidi, come già detto, e la creazione di valore per gli azionisti spiegano appieno la forte performance realizzata in passato dalle azioni USA.

I fondamentali delle azioni rimangono interessanti

Come incide questo sull’outlook? DWS continua a considerare l’azionario una classe d’investimento interessante, soprattutto nell’attuale contesto di bassi tassi di interesse. Ciò presuppone che si riesca a evitare una recessione e che gli utili e il free cash flow crescano a bassa singola cifra.

Molte cose dovranno accadere prima che le azioni europee si riprendano

Affinché le azioni europee riescano a battere quelle americane sono necessari alcuni cambiamenti fondamentali: secondo Bucher, devono diventare più redditizie. In sostanza devono migliorare molto per riuscire a generare liquidità per la distribuzione di dividendi e i riacquisti azionari da un fatturato in euro. Molto denaro continua a essere speso per ristrutturazioni, investimenti a prezzi eccessivi e spese straordinarie. Finché l’economia europea continuerà a crescere lentamente come adesso, sarà difficile assistere a un netto miglioramento delle azioni europee rispetto a quelle statunitensi.

Conclusioni per gli investitori:
Nel contesto attuale, in Europa come negli Stati Uniti gli investitori dovranno accontentarsi di rendimenti azionari bassi a una cifra. 

L’interessante performance delle azioni statunitensi è spiegabile e comprensibile

L’esperto azionario Bucher la interpreta in questo modo:

  • Anzitutto, i mercati azionari di Stati Uniti ed Europa non sono forse diventati così costosi come alcuni pensano.
  • Secondo, il miglioramento nella generazione di mezzi liquidi, come già detto, e la creazione di valore per gli azionisti spiegano appieno la forte performance realizzata in passato dalle azioni USA.

I fondamentali delle azioni rimangono interessanti

Come incide questo sull’outlook? DWS continua a considerare l’azionario una classe d’investimento interessante, soprattutto nell’attuale contesto di bassi tassi di interesse. Ciò presuppone che si riesca a evitare una recessione e che gli utili e il free cash flow crescano a bassa singola cifra.

 

Molte cose dovranno accadere prima che le azioni europee si riprendano

Affinché le azioni europee riescano a battere quelle americane sono necessari alcuni cambiamenti fondamentali: secondo Bucher, devono diventare più redditizie. In sostanza devono migliorare molto per riuscire a generare liquidità per la distribuzione di dividendi e i riacquisti azionari da un fatturato in euro. Molto denaro continua a essere speso per ristrutturazioni, investimenti a prezzi eccessivi e spese straordinarie. Finché l’economia europea continuerà a crescere lentamente come adesso, sarà difficile assistere a un netto miglioramento delle azioni europee rispetto a quelle statunitensi.

Conclusioni per gli investitori:
Nel contesto attuale, in Europa come negli Stati Uniti gli investitori dovranno accontentarsi di rendimenti azionari bassi a una cifra. 

1. L’indice comprende le azioni di 500 delle maggiori società statunitensi quotate.

2. L’Euro Stoxx 50 TR Index include le 50 maggiori società quotate dell’Eurozona. “Total return” significa che i dividendi distribuiti sono inclusi nel calcolo del prezzo.

3. https://us.spindices.com/indices/equity/sp-500

4. https://www.stoxx.com/index-details?symbol=SX5E

5. Indice che misura la performance delle 30 società maggiori e più liquide del mercato azionario tedesco e rappresenta circa l’80 percento della capitalizzazione di mercato delle società quotate in Germana.

6. https://etf.dws.com/LUX/ENG/Download/Factsheet/LU0380865021/-/Euro-Stoxx-50-UCITS-ETF

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