- L’agenda dell’ONU a tutela dell’uomo e dell’ambiente
- Il tempo stringe: gli obiettivi devono essere raggiunti entro il 2030
- Il Trattato sul clima di Parigi sostiene gli Obiettivi SDG delle Nazioni Unite
“Siamo la prima generazione che può mettere fine alla povertà e l’ultima generazione che può affrontare il cambiamento climatico.”[1] Per quanto suonino drammatiche, le parole dell’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban-Ki Moon, esprimono la dura realtà dei fatti: sul nostro pianeta 836 milioni di persone vivono in estrema povertà, un terzo del cibo prodotto viene sprecato e gli effetti del cambiamento climatico sono ormai evidenti.[2] Nel 2015 l’ONU ha quindi deciso che era giunto il momento di passare all’azione, definendo 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) per proteggere l’ambiente e assicurare il futuro dell’umanità.
Il tempo stringe: attuazione entro il 2030
Gli Obiettivi SDG, fulcro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sottoscritta dai 193 Paesi membri dell’ONU, dovranno essere realizzati dagli stati aderenti entro quindici anni (a partire dal 2015). Nel 2030, afferma l’Agenda, ogni persona sulla terra dovrebbe disporre di cibo a sufficienza e ricevere un’istruzione di elevata qualità, inoltre i consumi e i processi produttivi dovrebbero essere più sostenibili e l’ambiente protetto. Per realizzare gli Obiettivi SDG, il nove percento della produzione economica mondiale annua dev’essere destinato alla loro attuazione. Ciò sarà possibile solo attraverso la collaborazione tra stati, città e singoli cittadini, ed è questo l’ultimo dei 17 obiettivi.
Con gli SDG, le Nazioni Unite mirano a percorrere le tre dimensioni della sostenibilità, ovvero il sociale, l’ambiente e l’economia, definite “inestricabilmente interconnesse” dal Ministro dello sviluppo tedesco.[3] Le tre dimensioni si accompagnano a cinque messaggi chiave, le cosiddette “cinque P”: Persone, Pianeta, Prosperità, Partnership e Pace. Le Nazioni Unite misurano la prosperità non solo in termini di reddito pro-capite, ma anche di dignità umana, pace, ambiente sano e cooperazione mondiale. L’obiettivo è spronare intere economie ad agire in modo più sostenibile.
Gli SDG non rappresentano una novità assoluta
L’Agenda 2030 non è il primo passo intrapreso di comune accordo dalla comunità mondiale per salvare il pianeta. Gli Obiettivi SDG danno seguito ai risultati degli Obiettivi di sviluppo del millennio (Millennium Development Goals, MDG), otto obiettivi di sviluppo adottati dalle Nazioni Unite di concerto con la Banca mondiale, l’FMI e l’OCSE nel 2000. Gli MDG sono molto simili nei contenuti agli SDG (che ora li hanno sostituiti), ma non altrettanto differenziati. L’ONU ha scelto con attenzione il momento in cui adottare l’Agenda 2030, annunciata proprio quando è entrato in vigore il Trattato sul clima di Parigi. L’obiettivo comune dei 185 Paesi aderenti al Trattato è mantenere il riscaldamento globale al di sotto di due gradi Celsius. La comunità internazionale si sta quindi impegnando per proteggere il pianeta, ma questo movimento deve ancora affrontare una quantità enorme di sfide – e non tutti gli stati spingono nella stessa direzione. Nel 2017 il presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato sul clima di Parigi e, nonostante l’opposizione di una forte coalizione, la sua linea politica ufficiale è ancora questa. Il futuro del nostro pianeta rimane in bilico, ma le Nazioni Unite sono convinte che abbiamo ancora una chance.