giu 19, 2023 Azionari New

Attenzione al riscaldamento degli oceani.

Considerati i titoli della carta stampata che parlano dell’incremento dei livelli estremi della temperatura sulla terraferma, si potrebbe perdere di vista che un simile aumento delle temperature si sta verificando nei nostri oceani.

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Attenzione al riscaldamento degli oceani.

Considerati i titoli della carta stampata che parlano dell’incremento dei livelli estremi della temperatura sulla terraferma, si potrebbe perdere di vista che un simile aumento delle temperature si sta verificando nei nostri oceani.

Infatti, gli ultimi dati della National Oceanic and Atmospheric Administration mostrano che la temperatura media della superficie del mare ha raggiunto i 21,1 gradi Celsius ad aprile, un nuovo massimo storico[1], Figura 1.

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Questo incremento delle temperature della superficie del mare è stato determinato dal ruolo che gli oceani svolgono nell'assorbire poco più del 90% del calore intrappolato dalle emissioni di anidride carbonica a partire dagli anni Settanta.

Sono in arrivo nuovi rischio di aumento del riscaldamento

Questo incremento delle temperature della superficie del mare è stato determinato dal ruolo che gli oceani svolgono nell'assorbire poco più del 90% del calore intrappolato dalle emissioni di anidride carbonica a partire dagli anni '70.[2] Ma quest'anno è comparsa un'ulteriore dimensione di rischio: El Niño.[3]Questa condizione climatica provoca un riscaldamento delle acque nel Pacifico equatoriale centrale e orientale, con impatti negativi sul pescato della regione e con la tendenza a provocare condizioni di siccità in aree geografiche rilevanti per  la produzione di cibo.[4] Questo riflette la capacità di El Niño di compromettere le rese dei raccolti in Australia e in alcune parti dell'Asia. Dal punto di vista climatico e della salute degli oceani, i mari più caldi stanno già presentando rischi su più fronti:

L'incremento della temperatura dell'acqua:

  1. porta all'espansione termica e quindi contribuisce all'aumento del livello globale dei mari
  2. porta all'aumento della frequenza, dell'intensità e della durata delle ondate di calore marine che innalzano il livello di mortalità delle foreste di kelp e altra vegetazione costiera, che sono importanti regolatori del clima
  3. provoca lo sbiancamento dei coralli e inibisce la formazione di gusci e scheletri negli animali marini quando i livelli di pH si abbassano e l'acidità aumenta
  4. influenza il tasso di riproduzione delle specie marine d'acqua fredda
  5. aumenta i livelli di evaporazione e potenzialmente il rischio di uragani e tifoni più distruttivi, in particolare nell'Atlantico orientale e nel Pacifico centrale[5]



Alcuni di questi fattori metteranno ancora più a dura prova l'industria ittica mondiale e i circa 600 milioni di mezzi di sussistenza che dipendono almeno in parte dalla pesca e dall'acquacoltura.[6] Il 35,4% delle attività di pesca valutate a livello mondiale è attualmente sovra sfruttato, rispetto al 10% circa degli anni '70.[6] Parte del problema è stato il raddoppio delle quantità di pesce consumate negli ultimi 30 anni.[7] Sebbene l'acquacoltura sia diventata un'importante fonte di crescita, il settore della pesca è ancora fortemente dipendente dalla pesca selvaggia, in quanto gran parte delle materie prime per l'acquacoltura provengono da questa tipologia di pescato: è necessario il secondo per alimentare il primo.[8]

L'acquacoltura, o più semplicemente la piscicoltura, è stata quasi interamente responsabile della crescita della produzione ittica negli ultimi quattro decenni, rispetto alle catture di pesce selvaggio che sono rimaste relativamente costanti (Figura 2). Nel 2020, la produzione mondiale di acquacoltura ha raggiunto la cifra record di 122,6 milioni di tonnellate, con l'Asia che rappresenta poco più del 90% della produzione globale. A fronte di 90,3 milioni di tonnellate di produzione della pesca di cattura a livello globale.[8]

Figura 2: produzione di pesce (pesca di pesce selvaggio rispetto a quello di allevamento)

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Acquacoltura e impegno degli investitori

Le acque più calde hanno potenziali implicazioni anche per l'acquacoltura, in quanto possono avere un impatto sulla crescita e sulla sopravvivenza di alcune specie d'acqua fredda come il salmone atlantico, oltre ad aumentare l'incidenza di malattie.[9]

Si tratta di un aspetto importante dal momento che l'acquacoltura è diventata un'industria di enormi dimensioni, che ha superato la produzione della pesca di cattura circa un decennio fa (vedi Figura 2). In questo caso, gli sforzi devono essere concentrati sul miglioramento delle credenziali di sostenibilità a lungo termine, compresa l'adozione da parte delle aziende di acquacoltura di misure per minimizzare o mitigare il proprio impatto ambientale e sociale, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di carbonio e la salute degli oceani.

Il 35,4% delle attività di pesca valutate a livello globale è attualmente sovrasfruttato, rispetto al 10% circa degli anni '70.

Ad esempio, le aziende possono impegnarsi a ridurre le proprie emissioni di gas serra in linea con la Science Based Targets Initiative. Ciò può includere la riduzione della dipendenza dai generatori diesel attraverso l'elettrificazione completa dei siti di produzione.[10] Ulteriori ambiti di intervento possono riguardare la tracciabilità dei prodotti ittici nella catena di approvvigionamento, la trasparenza della certificazione degli ingredienti marini, la garanzia di condizioni di lavoro eque e sicure nelle operazioni di acquacoltura e lungo tutta la catena di approvvigionamento, oltre che le strategie per il cambiamento climatico.

Per quanto riguarda l’impegno di DWS per la Blue Economy, siamo particolarmente interessati alla responsabilità di un'azienda nello stabilire una tabella di marcia a lungo termine basata su dati scientifici, allo scopo di raggiungere “zero emissioni nette”, comprese tutte le emissioni rilevanti per lo “Scope 3” e gli sforzi per migliorare la salute degli oceani. Ad esempio, per quanto riguarda le macroplastiche, il 70% è legato alle attività di pesca.[11]

La pesca sostenibile e i principi guida dell'UNEP FI

Dal punto di vista degli investimenti, è quindi importante incoraggiare le aziende a sottoscrivere i Principi di Finanza Sostenibile della Blue Economy e che gli investitori utilizzino la guida dell'UNEP FI in questo settore.

I Principi di Finanza Sostenibile della Blue Economy sono stati definiti dal WWF, dalla Banca Europea per gli Investimenti, dalla Commissione Europea e dall'Unità Internazionale di Sostenibilità e sono ora gestiti  dalla “Sustainable Blue Economy Finance Initiative” nell'ambito dell'Iniziativa di Finanza del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP FI).  I Principi mirano a guidare le decisioni di finanziamento e investimento verso i percorsi di sviluppo più sostenibili e a garantire che gli investimenti legati agli oceani creino valore a lungo termine senza avere impatti negativi su:

  1. ecosistemi marittimi
  2. sull'impegno a ridurre le emissioni di carbonio
  3. sui flussi di reddito delle imprese di tutte le dimensioni legate agli oceani
  4. sul sostentamento delle persone che dipendono da essi.


Sono stati concepiti per essere coerenti con l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile per gli Oceani (SDG 14) e integrano i quadri di riferimento esistenti per gli investimenti responsabili, come i Principi dell'Equatore e i PRI delle Nazioni Unite.


Tutti possono fare la loro parte.

Dal punto di vista individuale, i consumatori possono contribuire a promuovere pratiche di pesca più sostenibili acquistando prodotti con il marchio Marine Stewardship Council (MSC). Alla fine di marzo 2023, il 19% del pescato globale di pesce era certificato o in valutazione secondo lo standard MSC.[12]

Avvertenze Legali

Tutte le opinioni e dichiarazioni si basano su dati aggiornati al 1° giugno 2023 e potrebbero non verificarsi. Le presenti informazioni sono soggette a modifica in qualunque momento sulla base di considerazioni economiche, di mercato e di altra natura e non dovrebbero essere interpretate come una raccomandazione. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle prestazioni future. Le previsioni si basano su ipotesi, stime, opinioni e modelli ipotetici che potrebbero rivelarsi errati.

DWS International GmbH, 1° giugno, CRS 096176_1.0. Traduzione a cura di DWS International GmbH Milan Branch

1. University of Maine, Climate Change institute

2. University of Oxford. Zanna, L., Khatiwala, S. et al. (June 2019). Global reconstruction of historical ocean heat storage and transport

3. NOAA (April 2023) ENSO Update: El Niño watch: “62% chance that El Niño will develop during the May to July period, and more than 80% chance of El Niño by this fall”

4. FAO (2014). Understanding the drought impact of El Niño on the global agricultural areas

5. NOAA (May 2022). Climate change has been influencing where tropical cyclones rage

6. FAO (2022) The state of world fisheries and aquaculture 2022

7. Marine Stewardship Council (August 2021). The world could eat more fish if we try to catch less

8. FAO (2022). State of world fisheries and aquaculture

9. UK Government Office for Science (November 2017). Foresight – Future of the Sea

10. DWS Investment GmbH (October 2022) Concept ESG Blue Economy Engagement Report 2021 ?filename=BE_Engagement_Report_EN_2022.pdf&assetGuid=2ad3f1e1-7fc1-446e-87ca-6987e145d7de&source=DWS

11. Lebreton et al (2014). Plastic pollution in the world’s oceans: More than 5 trillion plastic pieces weighing over 250,000 tons afloat at sea

12. MSC (April 2023). MSC sets out strategy for expansion of sustainable seafood https://www.msc.org/media-centre/press-releases/press-release/msc-sets-out-strategy-for-expansion-of-sustainable-seafood

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