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- Una ripresa verde in Europa?
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Quando più di dieci anni fa scoppiò la crisi finanziaria globale, gli impegni per il clima furono presto dimenticati in nome di una rapida ripresa economica, come risulta ben evidente dal fallimento della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici di Copenaghen del 2009 e dall'abbandono dei programmi di sostegno governativo per le tecnologie rinnovabili. Tale mancanza di sostegno politico si rifletteva probabilmente in una serie di fattori, inclusi, forse, uno scetticismo verso le evidenze scientifiche, nonché i timori rispetto a un apparente compromesso tra una ripresa economica sostenuta e le misure contro i cambiamenti climatici necessarie per andare verso un'economia più verde.
Facendo un rapido salto avanti nel 2020, ci ritroviamo nuovamente nel bel mezzo di una delle peggiori recessioni economiche di sempre, ma grazie agli attivisti per il clima, il dibattito pubblico sui cambiamenti climatici è molto più appassionato. Questa volta, le politiche per combatterli non sono più viste come un lusso economico. Risulta piuttosto evidente che la transizione verso un'economia più sostenibile comporta rischi e opportunità per la creazione di posti di lavoro.
Una di queste opportunità è rappresentata dalla strategia relativa all’"ondata di ristrutturazioni" del Green Deal pubblicata dalla Commissione europea due settimane fa, che mira a ridurre drasticamente l'impronta di carbonio degli edifici commerciali e residenziali in Europa.[1] Questo è fondamentale se si pensa che gli edifici sono responsabili di circa il 36% delle emissioni di CO2 dell'UE.
Tuttavia, come illustrato nel Grafico della settimana, gli investimenti per l'efficientamento energetico degli edifici sono in una fase di stagnazione e non stanno attualmente crescendo ai tassi richiesti per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.[2] Dalla prospettiva del mercato dei capitali, la riqualificazione degli edifici potrebbe quindi creare opportunità per titoli sostenibili, real estate, infrastrutture, green bond, titoli garantiti da attività (asset backed securities) e fondi di investimento sostenibili dedicati.[3]
Pertanto, la storia non è finita con il fallito Summit sul clima di Copenaghen, ma è invece continuata con l'Accordo di Parigi. Il Green Deal punta a raddoppiare il tasso di ristrutturazioni in Europa entro i prossimi dieci anni, contribuendo a raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e rendendo più probabile l'avverarsi dello scenario 2019-2030.[4] Ovviamente, data la varietà dei cicli economici e immobiliari nei diversi Stati membri, resta una questione aperta se un approccio unico valido per tutti a livello dell'UE costituisca veramente il modo migliore per far fronte alle problematiche economiche e climatiche nel medio termine.
Fonti: World Energy Outlook 2019 dell'IEA, DWS Investment GmbH al 28/10/20.
Le presenti informazioni sono soggette a modifica in qualunque momento sulla base di considerazioni economiche, di mercato e di altro tipo e non dovrebbero essere interpretate come una raccomandazione. Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Le previsioni si basano su ipotesi, stime, opinioni e modelli ipotetici che potrebbero rivelarsi errati.