feb 10, 2021 Chart of the week

Una questione di crescita

La propensione al rischio degli investitori sembra non guidare più i mercati valutari: una rapida ripresa degli Stati Uniti e un'Eurozona debole sembrano destinate a rilanciare il dollaro statunitense.

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Da quando è iniziata la pandemia di Covid-19, sui mercati dei cambi vi è uno schema costante. In ogni momento, le oscillazioni di varie coppie di valute dipendono principalmente dalla propensione generale al rischio, rappresentata, ad esempio, dal sentiment del mercato azionario. Il dollaro USA rimane un porto sicuro, così come lo yen e il franco svizzero. Ogni volta che vi sono turbamenti sui mercati azionari, il dollaro tende a guadagnare. Ma è vero anche il contrario. Negli ultimi mesi, la forza del mercato azionario è stata accompagnata dalla debolezza del dollaro.

Una delle ragioni di questo comportamento è la relativa assenza di un altro fattore trainante tipico dei mercati dei cambi. Il differenziale dei tassi di interesse tra gli Stati Uniti e l'Eurozona, infatti, si è ridotto drasticamente dall'inizio del 2019, riflettendo il forte calo dei rendimenti dei Treasury statunitensi rispetto a quelli dei Bund tedeschi. Ed è proprio questo differenziale dei tassi che tornerà al centro dell'attenzione per questa coppia di valute nei prossimi mesi. I tassi di interesse riflettono in parte le prospettive di crescita, che a loro volta sono legate alla pandemia, ma anche alla politica statunitense.

L'insediamento di Joe Biden ha inaugurato una nuova era, e non solo per quanto riguarda la politica estera. Sul piano interno, la nuova amministrazione statunitense intende introdurre delle misure di stimolo per combattere le conseguenze della pandemia. Nel complesso, ci attendiamo che il Congresso possa approvare da 1,1 a 1,3 mila miliardi di dollari supplementari entro la fine di marzo. Meno di quanto Biden abbia in mente, ma pur sempre un enorme impulso fiscale, che ha già spinto i mercati e ha fatto crescere le aspettative di inflazione negli Stati Uniti. Nel frattempo, il piano di salvataggio in Europa ha avuto una partenza lenta e la ripresa sembra destinata a essere meno dinamica rispetto agli USA.

Come mostra il Grafico della settimana, è opinione diffusa che vi sia un crescente divario tra la crescita economica prevista negli Stati Uniti e quella nell'Eurozona per il 2021. Oltre al maggiore impulso fiscale ci sono altri fattori alla base di un maggior dinamismo atteso negli USA Ad esempio, il fatto che il mercato del lavoro statunitense solitamente tende a recuperare più rapidamente, come accaduto durante le crisi precedenti. Un altro un fattore importante potrebbe essere costituito dal lento avvio delle campagne di vaccinazione nei paesi dell'Unione Europea (sebbene il Regno Unito abbia fatto decisamente meglio) e i maggiori ritardi e contrattempi nelle consegne in Eurozona rispetto agli Stati Uniti, che sotto questo aspetto stanno andando abbastanza bene. Tutto ciò dovrebbe far salire il dollaro USA rispetto all'euro. Potrebbe volerci ancora un po' prima che i mercati valutari inizino a prestare di nuovo attenzione ad altri fondamentali, come l'ammontare del debito pubblico accumulato durante la pandemia su entrambe le sponde dell'Atlantico, ma al momento nessuno sembra essere interessato.

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