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Quanto potrebbero andare male le cose per gli utili aziendali, sia negli Stati Uniti che in tutto il mondo? Di fronte a un'emergenza sanitaria globale, la risposta breve è che rimane difficile da dire. Ampie parti del mondo sono in lockdown per Covid-19, con tremendi shock a breve termine sul lato dell'offerta e con la minaccia di portare la distruzione della domanda su vasta scala. Le interruzioni saranno paragonabili o peggiori rispetto a dopo l'11 settembre 2001 e l'inizio della crisi finanziaria nel 2008.
Tuttavia, la storia può offrire almeno una guida. Come mostra il nostro “Grafico della Settimana", le stime sul “consensus” degli utili per lo S&P 500 sono state talvolta piuttosto volubili con l'avanzare dell'anno solare. Attualmente, si attestano a -10%, o poco più di una deviazione standard dal trend normale, prendendo una media degli ultimi 20 anni. Un calo di tre deviazioni standard corrisponderebbe a un calo delle stime degli utili aziendali di circa il 30%.
Il diavolo si nasconde, come sempre, nei dettagli. Tre aspetti sono degni di nota. In primo luogo, per un calo dei rendimenti stimati di tre deviazioni standard, la crisi Covid-19 dovrebbe probabilmente essere ancora peggiore e durare più a lungo di quanto attualmente si preveda. In secondo luogo, almeno per quanto riguarda gli utili statunitensi, ci sono alcune ragioni per aspettarsi una maggiore resilienza rispetto alle passate flessioni. Negli ultimi 20 anni, il settore tecnologico statunitense è cresciuto in modo esponenziale. I bilanci solidi e i flussi di cassa relativamente resistenti tra le aziende statunitensi dell'"economia virtuale", come la tecnologia, le comunicazioni e la vendita al dettaglio su Internet, dovrebbero aiutare lo S&P 500. Dopo tutto, i servizi virtuali, i beni di prima necessità, i servizi sanitari, i beni di prima necessità e i servizi di pubblica utilità rappresentano oggi circa la metà dei profitti dello S&P 500. Per contro, l'energia, l'industria manifatturiera pesante e i servizi finanziari sono più piccoli rispetto ai precedenti ribassi degli Stati Uniti.
Terzo e ahimè, lo stesso non è necessariamente vero per il resto del mondo, dove molti indici si orientano ancora verso aree di quella che un tempo si chiamava "Old economy". Tra queste vi sono le banche, dove gli accantonamenti per i crediti in sofferenza dovranno probabilmente aumentare, erodendo i profitti. Anche l'energia occupa un posto di rilievo negli indici globali. "Il settore petrolifero da solo ha rappresentato circa il 6% dei profitti globali nel 2019. Nel 2020, potrebbe anche scendere a zero, dato il crollo dei prezzi del petrolio", sottolinea Thomas Bucher, global equity strategist di DWS. E al di fuori degli Stati Uniti, è difficile vedere altri settori compensare in modo significativo tali carenze.