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L'enorme interesse rivolto alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra (GHG) nel settore dell'energia, delle utility, dei metalli e in quello minerario potrebbe far perdere di vista il problema delle emissioni legate alla produzione e al consumo di alimenti. È necessario però un cambio di rotta dato che il settore agricolo è il principale responsabile delle emissioni di gas serra dopo l'uso industriale dell'energia.[1]
A contribuire alla sensibilizzazione dell'importanza economica e finanziaria del settore agricolo ci ha pensato l'ONU che nel 2019 ha istituito la Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari che cade il 29 settembre di ogni anno. Il nostro grafico della settimana mostra l'analisi condotta da Project Drawdown dalla quale emerge che una riduzione degli sprechi alimentari potrebbe rappresentare una delle azioni più efficaci per diminuire ed eliminare le emissioni.[2]
È giunto il momento di trattare la questione con l'attenzione che merita dato che il 40% del cibo prodotto in tutto il mondo va perso o sprecato[3], sebbene lo scorso anno 2,37 miliardi di persone non hanno abbiano avuto accesso a scorte sufficienti di cibo[4].
Principali azioni individuali per ridurre ed eliminare le emissioni di anidride carbonica
* Ipotizzando un aumento di 1,5°C della temperatura media globale
Fonti: Project Drawdown 2021, DWS Investment GmbH aggiornato al 21/09/21
Lo spreco di cibo si verifica nella fase di produzione, dopo il raccolto e nella fase di trasformazione e sono più frequenti in Asia centrale e meridionale a causa della scarsa refrigerazione o della presenza di roditori famelici. In India, ad esempio, le perdite dopo il raccolto rappresentano circa il 10% dei cereali totali prodotti e sono causate dall'infestazione di roditori che consumano o contaminano il raccolto.[5] Tuttavia, l'impegno volto a ridurre le perdite alimentari è un'opportunità di investimento. Ad esempio, i fondi tematici possono offrire prestiti per contribuire a migliorare lo stoccaggio dei prodotti agricoli e a informare il mercato sulla piaga della perdita di cibo.
D'altro canto, lo spreco di cibo è legata al comportamento dei rivenditori e dei consumatori, come nel caso degli alimenti preparati e non consumati o dei prodotti alimentari buttati una volta superata la data di scadenza. Il settore dei beni di consumo si è posto l'obiettivo di ridurre questo spreco. Dieci delle principali aziende hanno deciso di collaborare con i loro 20 fornitori più importanti allo scopo di contenere lo spreco alimentare del 50% entro il 2030 attraverso l'iniziativa denominata 10x20x30.[6]
Può essere interessante: da un'analisi[7] condotta su 700 aziende è emerso che per ogni dollaro investito in azioni volte a ridurre gli sprechi alimentari come le attività di formazione del personale, la modifica dei processi di conservazione e gestione degli alimenti, oltre alla modifica degli imballaggi, ha consentito di ottenere un guadagno di 14 dollari. Molte cucine dei ristoranti e hotel hanno addirittura usato l'intelligenza artificiale per ridurre gli sprechi, risparmiare denaro e conseguire ottimi risultati.[8]L'argomento offre sicuramente spunti sufficienti per coinvolgere diverse parti. Secondo noi, prima iniziamo, meglio è.