giu 25, 2021 Chart of the week

Il successo di un'azienda dipende da chi ci lavora

I lavoratori sono considerati gli stakeholder più importanti di un’impresa dal punto di vista finanziario

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Negli ultimi due decenni e mezzo è stato evidente che a beneficiare maggiormente della globalizzazione, della digitalizzazione e degli incrementi di produttività che ne derivano siano stati sempre i proprietari del capitale, piuttosto che i lavoratori (vedere il nostro grafico della settimana DWS CIO dell’11 giugno 2021: Tassare e correggere). Se Friedman fosse vivo, non vedrebbe alcun motivo di preoccupazione, poiché egli riteneva che l’unica responsabilità di un’azienda fosse quella verso i propri azionisti.[1]

Ma le cose sono cambiate.

In un sondaggio globale[2] diffuso all’inizio dell’anno scorso, il 56% delle persone intervistate riteneva che il capitalismo, nella forma attuale, produca più danni che benefici. E il coronavirus ha generato un livello di attenzione ancora maggiore sui meccanismi di supporto che le imprese mettono in campo per il proprio personale, i propri fornitori e clienti, e su come questo possa favorire le performance. Come monito per le imprese che non prestano attenzione ai propri lavoratori basti ricordare i 1.500 lavoratori che in questo periodo dell’anno scorso erano risultati positivi al Covid-19 nell’industria tedesca di trasformazione della carne, e la successiva normativa adottata per migliorare le scarse condizioni di lavoro in questo settore.

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Gli investitori globali concordano. In un sondaggio[3] sui Fondi Pensione di tutto il mondo pubblicato lo scorso mese, il 59% ha citato il Covid-19 come fattore rilevante alla base del loro crescente interesse verso il pilastro “Sociale” (facendo riferimento ai tre pilastri dei principi ESG) alla luce della sua crescente significatività, e un numero ancora maggiore, il 66%, ritiene che i lavoratori siano la componente finanziariamente più significativa del pilastro “S”. Senza però dimenticare gli azionisti, che sono stati inseriti al quarto posto nella classifica di rilevanza finanziaria. Questo è un chiaro segno del rigetto del primato degli azionisti a favore di un capitalismo incentrato sugli stakeholder. Questa opinione può essere verificata quando ad esempio i Fondi Pensione, o gli azionisti in generale, si trovano di fronte alla scelta se favorire un riacquisto di azioni proprie oppure un incremento delle retribuzioni per i lavoratori a minor reddito.

Nonostante una ricerca[4] che segnala l’importanza delle politiche sul capitale umano per le performance degli investimenti, informazioni su queste politiche non sono ancora una componente fondamentale delle informazioni comunicate dalle imprese. Ci si chiede quindi: “Perché non troviamo maggiori informazioni sul capitale umano nelle relazioni annuali pubbliche?" Fortunatamente le autorità stanno rispondendo a questa richiesta di maggiori informazioni: ad esempio, la SEC sta obbligando[5] le società quotate negli Stati Uniti a inserire una comunicazione sulle risorse di capitale umano e la UE sta lavorando intensamente per la sua nuova tassonomia sociale, che dovrà essere orientata ai diritti umani, e la cui pubblicazione è prevista per l’estate. La difficoltà sta nel fatto che le tassonomie ambientali sono basate su aspetti scientifici, mentre le questioni sociali sono di natura più qualitativa e possono essere viste in modo molto differente nelle diverse parti del mondo. Servirà un po’ più di collaborazione, ma confidiamo in una curva di apprendimento molto ripida, auspicabilmente a beneficio di tutti gli stakeholder.

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1. Friedman, M. (1970). The social responsibility of business is to increase profits. New York Times Magazine

2. The 2020 Edelman Trust Barometer (Gennaio 2020)

3. CREATE-Research, DWS (Maggio 2021). Passive Investing 2021: Rise of the social pillar of ESG

4. L. Beeferman, A.Bernstein, Labor and Worklife Program at Harvard Law School (Aprile 2015). The Materiality of Human Capital to Corporate Financial Performance

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