nov 11, 2020 Chart of the week

Decarbonizzazione: la corsa è iniziata

La decisione dell’ex Presidente Trump di far uscire gli Stati Uniti dall'Accordo sul clima di Parigi ha già portato varie organizzazioni ad aumentare gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici.

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Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, l'uscita degli Stati Uniti dall'Accordo sul clima di Parigi decisa dall’ex Presidente Trump ha già lasciato un'eredità interessante. Involontariamente, nel corso del suo mandato, essa ha spinto varie organizzazioni[1] ad intraprendere un'ampia varietà di azioni, tra cui l'adozione di politiche a livello statale e locale e il cambiamento di piani di investimento e pratiche commerciali da parte di società e istituti finanziari. Tali organizzazioni rappresentano due terzi dell'economia statunitense e oltre il 50% dell'impronta di carbonio degli USA, equivalenti alla seconda più grande economia del mondo.[2] Uno degli scopi primari di questi network è far scendere le emissioni di CO2 affinché gli Stati Uniti riescano a soddisfare gli obblighi climatici stabiliti nell'Accordo sul clima di Parigi, che il governo federale vi abbia aderito o meno.

Sarà sufficiente? Non del tutto, purtroppo. Nel suo Report 2019, la coalizione America’s Pledge ha valutato in che modo l'assunzione di un nuovo impegno da parte del governo federale potrebbe spostare l’ago della bilancia in tema di cambiamenti climatici. Essa esamina uno scenario “bottom-up”, in cui soltanto il settore privato e alcuni stati e città degli Stati Uniti svolgono un ruolo di leadership climatica. In questo scenario, le proiezioni relative alle emissioni di gas a effetto serra scendono di un più modesto, ma rispettabile, 37% entro il 2030 e sono in linea con l'obiettivo a lungo termine previsto dall'Accordo sul clima di Parigi di mantenere l'aumento delle temperature medie globali al di sotto dei 2°C, rispetto ai livelli pre-industriali. Un aumento delle temperature di oltre 1,5ºC è considerato eccessivamente rischioso per l'umanità. Se a questo si contrappone uno scenario in cui il governo federale è coinvolto nell'agenda sul clima, le prospettive di investimento in molteplici settori economici potrebbero cambiare. Questo potrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 49%, al di sotto dei livelli del 2005, entro il 2030, ovvero molto al di là del 45% ampiamente ipotizzato in linea con un surriscaldamento di 1,5°C. 

Come si può osservare nel Grafico della settimana, per il settore della produzione di energia lo scenario che prevede un coinvolgimento pieno del governo federale potrebbe significare aumenti della capacità annuale media dai 29 gigawatt (GW) di oggi ai 75GW entro il 2030, con una percentuale dell'85% di tali aumenti attribuita al solare e all'eolico. Il risultato finale sarebbe che, entro la fine di questo decennio, l'elettricità pulita e le energie rinnovabili potrebbero fornire rispettivamente il 77% e il 49% della produzione totale di energia negli Stati Uniti.

* gigawatt
** Cattura e sequestro del carbonio

Fonti: The America’s Pledge Initiative on Climate Change (2020) Delivering on America’s Pledge: Achieving Climate Progress in 2020. W. Jaglom, C. Frisch, K. Kennedy, L. Clarke, N. Hultman, T. Cyrs, J. Lund, D. Saha, J. Feldmann, C. Bowman, J. O’Neill, M. Campton, M. Herbert, L. Calle, A. Light, P. Bodnar. Pubblicato da Bloomberg Philanthropies con Rocky Mountain Institute, University of Maryland Center for Global Sustainability e World Resources Institute. New York. Disponibile su: americaspledge.com/reports aggiornato a dicembre 2019.

1. Ad esempio “We Are Still In,” U.S. Climate Alliance, US Climate Mayors, We Mean Business, Ceres Investor and Corporate Networks e molti altri.

2. https://www.americaspledgeonclimate.com/we-are-still-in-to-deliver-americas-pledge/

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