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- 51 anni dopo, continua la devastazione della natura
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Giovedì 22 aprile si celebra la Giornata della Terra, un evento che vuole unire e sensibilizzare tutti i Paesi del mondo verso la tutela dell'ambiente. Ma dal 1970, quando è stata istituita per la prima volta la Giornata della Terra, gli ecosistemi terrestri e marini, oltre alle specie animali che li abitano, sono stati costantemente in crescente pericolo. Ad esempio, nel corso di questi 50 anni, è andato distrutto il 32% delle aree forestali globali, si è perso l'85% delle zone umide ed è scomparso il 50% dei sistemi di barriere coralline presenti nel mondo. Inoltre, in media, si è registrata una diminuzione del 60% delle specie di vertebrati.[1]
L'entità della perdita della biodiversità mette in serio pericolo anche l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo e il cibo che mangiamo.[2] Secondo le stime della Sustainable Business Development Commission, dalla perdita della biodiversità derivano ogni anno oneri sociali diretti pari al 3% del prodotto interno lordo (PIL) mondiale. Soltanto i conflitti e la violenza armata, pari al 9,1% del PIL mondiale, gravano in modo ancora più significativo sul nostro pianeta.[3] I due aspetti sono però correlati. Secondo uno studio di Nature del 2019, nell'ultimo secolo il clima ha influito sul rischio di conflitti armati per un 3-20% e questo dato potrebbe aumentare nei prossimi anni, anche nel caso in cui si riuscisse a contenere l'aumento della temperatura globale entro i 2° Celsius.[4] Il Vertice dei leader sul clima della prossima settimana, presieduto dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, cercherà di evidenziare questi collegamenti.
Alcune stime credibili suggeriscono che i costi indiretti potrebbero essere addirittura maggiori: più della metà del PIL mondiale dipende dalla natura e dai servizi che essa offre. L'industria alimentare e delle bevande, l'agricoltura e la pesca e il settore delle costruzioni evidenziano un'elevata dipendenza dalla natura.[5] Ma anche l'industria farmaceutica è strettamente legata all'ambiente. Il 50% dei farmaci su prescrizione si basa su una molecola che si trova naturalmente nelle piante. Per quanto riguarda la cura dei tumori, il 70% dei farmaci antitumorali è composto da prodotti naturali o sintetici derivati dalla natura.[6] Inoltre, delle quasi 300.000 specie vegetali stimate presenti al mondo, si ritiene che solo il 15% sia stato studiato per verificarne il potenziale farmacologico.[7] Dunque, mentre il mondo continua la sua lotta contro la pandemia, vale la pena ricordare che la principale vittima potrebbe essere proprio la scoperta di nuovi farmaci se non si dovesse intervenire prontamente per fermare la distruzione degli ecosistemi terrestri. Tutto ciò accade in un momento in cui gli scienziati ci avvertono del possibile aumento della resistenza antimicrobica.[3] In buona sostanza, la Giornata della Terra rappresenta un'occasione importante per discutere delle numerose questioni sul tavolo.
Fonte: Business and Sustainable Development Commission aggiornato a gennaio 2017 (ultimi dati disponibili)DISCLAIMER
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