set 04, 2019 Obbligazioni

Obbligazioni – cinque errori che gli investitori a reddito fisso dovrebbero evitare

I tassi di interesse sono bassi, ma le obbligazioni non possono comunque mancare in un portafoglio bilanciato. Gli investitori devono però tenere ben presenti alcuni aspetti.

  • Le obbligazioni sono spesso fortemente reattive alle variazioni dei tassi di riferimento, ma chi investe sul lungo periodo non dovrebbe dare troppo peso a queste oscillazioni.
  • È invece più importante tenere d’occhio l’inflazione
  • Come gli investitori azionari, anche quelli obbligazionari devono conoscere la situazione finanziaria dell’emittente.
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Gli investitori più avversi al rischio generalmente investono una quota dei propri risparmi in obbligazioni: inserire titoli a reddito fisso in un portafoglio rappresenta in effetti un’idea sensata. In alcune fasi di mercato, l’andamento di obbligazioni e azioni risulta spesso non correlato, pertanto le perdite relative a un tipo di investimento possono essere compensate dai guadagni di un altro. Inoltre, il pagamento regolare degli interessi sui titoli a reddito fisso può aggiungere stabilità a un portafoglio.

I titoli di Stato e le obbligazioni societarie di categoria Investment grade, considerati particolarmente a basso rischio, sono titoli a reddito fisso ai quali le agenzie di rating come Morningstar e Moody’s attribuiscono un rischio di default ridotto. Questo livello di affidabilità ha tuttavia un costo: gli investitori devono in genere accettare interessi bassi su tali titoli e in casi estremi possono addirittura scivolare in territorio negativo, ovvero arrivare a pagare per tenere in portafoglio questi investimenti meno rischiosi.

Nel complesso un investimento in obbligazioni può rappresentare senza dubbio una scelta sensata, purché si evitino alcuni classici errori

Un calo dei prezzi a breve termine non deve preoccupare gli investitori a lungo termine.

1. Evitare reazioni eccessive alle oscillazioni a breve termine dei tassi di interesse

I trend dei tassi di riferimento hanno un impatto significativo sui prezzi obbligazionari. Se i tassi di interesse aumentano, i prezzi di molte obbligazioni diminuiscono e viceversa. Investendo direttamente in obbligazioni non è possibile evitare queste oscillazioni lungo la durata del titolo.

Ma anche qui vige la stessa regola degli investimenti azionari: la pazienza paga. Se si mantiene un’obbligazione fino alla scadenza, viene rimborsato l’intero valore nominale del titolo. L’investitore ottiene il rendimento promesso al momento dell’acquisto e le oscillazioni intermedie dei prezzi non incidono sul risultato.

La situazione invece cambia in caso di vendita anticipata del titolo: a seconda di come si è mosso il prezzo dell’obbligazione, l’investitore potrà realizzare un profitto ma anche una perdita. L’esito è quindi più prevedibile se l’obbligazione è detenuta fino a scadenza.

2. Non sovrastimare i vantaggi delle obbligazioni a breve scadenza quando la curva dei rendimenti è piatta.

Quando la curva dei rendimenti è piatta, alcuni investitori sono tentati di passare dalle scadenze lunghe a quelle brevi. Gli esperti parlano di curva dei rendimenti piatta quando le obbligazioni a breve scadenza hanno un rendimento simile a quello dei titoli a lunga scadenza. In uno scenario simile, perché gli investitori dovrebbero vincolare i propri soldi a lungo termine se non sono remunerati per farlo?

La risposta rimanda alla distribuzione del rischio nel portafoglio. Le ragioni che spingono all’acquisto di titoli obbligazionari sono generalmente il basso rischio e la stabilità. Se il mercato azionario precipita, per contro i prezzi delle obbligazioni a lunga scadenza tendono a salire e possono compensare eventuali predite. Gli investitori che passano troppo presto alle obbligazioni a breve rinunciano a questo vantaggio.

3. Non ignorare l’inflazione

Per gli investitori obbligazionari, il tasso di inflazione è molto più importante dell’andamento dei tassi di interesse a breve termine. In particolare per gli investimenti a lungo termine, c’è il rischio che l’inflazione eroda il valore dei rendimenti nel tempo.

In Germania, il tasso di inflazione ha continuato a oscillare tra l’uno e il due percento dal 2017 e di recente l’indice dei prezzi al consumo è aumentato all’1,6 percento su base annua.[1]In questo scenario, un’obbligazione decennale che dev’essere mantenuta fino a scadenza dovrebbe pagare un interesse di almeno il due percento per rappresentare un investimento proficuo. Gli investitori che si accontentano di ridotti tassi di interesse e non considerano l’inflazione potrebbero finire per perdere parte del loro patrimonio.

Può essere comunque sensato inserire un’obbligazione a basso tasso di interesse in un portafoglio ampiamente diversificato, ad esempio per ottenere una migliore diversificazione del rischio. In questo caso altri investimenti, quali azioni e obbligazioni ad alto rendimento, dovrebbero assicurare che il rendimento totale del portafoglio superi l’inflazione.

Il rendimento totale del portafoglio dovrebbe sempre superare il tasso di inflazione.

Le obbligazioni a lunga scadenza in genere offrono maggiore stabilità rispetto a quelle a breve scadenza.

4. Non sottovalutare i rischi delle obbligazioni High Yield (ad alto rendimento)[2]

Le obbligazioni High Yield sono allettanti per via delle distribuzioni superiori, ma questa interessante promessa di interessi elevati presuppone sempre un rischio maggiore. Gli emittenti obbligazionari potrebbero incorrere in difficoltà economiche e non riuscire a corrispondere gli interessi promessi o a rimborsare il valore nominale dell’obbligazione. In questi casi gli investitori devono valutare attentamente se il tasso di interesse più elevato giustifica il rischio. Se le obbligazioni devono stabilizzare il portafoglio, sarebbe opportuno includere solo un numero limitato di titoli High Yield. Questo vale in particolare per le obbligazioni societarie. Le società hanno spesso difficoltà a ripagare il proprio debito quando i mercati azionari scendono, il che significa che i rischi aumentano contemporaneamente sia nelle asset class azionarie sia in quelle obbligazionarie, riducendo l’effetto stabilizzante delle obbligazioni. I titoli di Stato e le obbligazioni societarie investment grade[3], per contro, spesso beneficiano della flessione dei mercati azionari ma offrono tassi di interesse relativamente bassi.

5. Non fidarsi ciecamente dei rating

Solo perché un bond è catalogato come particolarmente sicuro dalle agenzie di rating, ciò non significa che siano esclusi tutti i rischi di credito. Le agenzie di rating possono sbagliarsi, inoltre tendono a reagire con relativa lentezza ai nuovi sviluppi. Gli investitori dovrebbero quindi valutare sempre attentamente le prospettive aziendali dell’emittente prima di investire. I fondamentali sono solidi? Il contesto economico è positivo? Eventuali sviluppi recenti potrebbero avere inciso sul successo dell’attività dell’emittente? Un investitore dovrebbe decidere solo dopo avere trovato una risposta soddisfacente a tutte queste domande.

Non ignorare l’inflazione

Conclusioni:

Le obbligazioni possono contribuire alla diversificazione del rischio, ma un’attenta selezione è essenziale. Gli investitori devono prestare particolare attenzione all’inflazione e ai dati fondamentali sull’attività aziendale dell’emittente. Chi vuole dormire sonni tranquilli, deve pensare anche al lungo periodo e mantenere le obbligazioni fino a scadenza indipendentemente dalle oscillazioni dei tassi di interesse.

Per ridurre i rischi di default, un investitore obbligazionario non deve mai puntare tutto su una sola carta. La massima diversificazione riduce sensibilmente il rischio e in generale porta a rendimenti più elevati nel lungo periodo. I fondi obbligazionari rappresentano uno strumento utile per raggiungere questo obiettivo. L’investimento in fondi obbligazionari consente di ottenere maggiore diversificazione rispetto all’acquisto di singole obbligazioni, inoltre consente di affidarsi a professionisti, come i gestori dei fondi, che si assumono il compito di valutare e selezionare i singoli titoli. DWS offre agli investitori un’ampia gamma di fondi obbligazionari.

Per saperne di più

1. Ufficio Federale di Statistica tedesco, luglio 2019

2. “High Yield”: con questo termine si indicano strumenti caratterizzati da un rendimento elevato, ma a fronte di livelli di rischio altrettanto alti. Ciò si riflette di conseguenza nei livelli più bassi assegnati dalle agenzie di rating. I titoli “High Yield” hanno rating inferiore a Baa3 (Moody’s), BBB- (S&P) oppure rating equivalente assegnato da altra agenzia indipendente.

3. “Investment Grade”: con questo termine si indicano strumenti di investimento ritenuti affidabile dagli operatori istituzionali in quanto emessi da società con bilanci in ordine e con favorevoli prospettive di business. Tutto ciò si riflette nel rating elevato da parte agenzie specializzate, che nel caso dei titoli investment grade è superiore o uguale a Baa3 (Moody’s), BBB- (S&P).

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