lug 03, 2020 ESG

Storie di successo sostenibili

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) diventano sempre più importanti ai fini dell’allocazione settoriale del nostro Outlook globale

  • Negli ultimi due anni abbiamo integrato gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite nel nostro processo di investimento.
  • Questo ci consente di individuare i veri leader SDG, per riuscire a cogliere le opportunità di investimento riducendo i rischi.
  • La maggiore esposizione verso gli obiettivi SDG riguarda i settori salute, tecnologia e real estate.
Tempo di lettura: 4 minuti

A volte, definire gli obiettivi è la parte facile. Il difficile è riuscire effettivamente ad attuarli. Negli ultimi due anni ci siamo dedicati a integrare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite nel nostro processo di investimento per i mercati quotati, inquadrando il lavoro di analisi nel contesto delle più vaste iniziative volte a definire le aspirazioni e gli obiettivi per lo sviluppo economico, l’inclusione sociale e la sostenibilità ambientale a livello mondiale.

Dando seguito ai precedenti Obiettivi di Sviluppo per il Millennio, le Nazioni Unite hanno definito 17 SDG, tra i quali energia pulita e a prezzi accessibili (SDG7), lotta contro il cambiamento climatico (SDG13) e salute e benessere (SDG3), aree in cui solitamente si concentrano le maggiori opportunità di investimento. Per realizzare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, è necessario che governi, imprese, investitori e società civile agiscano unendo le loro forze. A differenza del precedente framework degli Obiettivi di Sviluppo per il Millennio, l’attuale agenda degli SDG invita esplicitamente il settore privato a fornire soluzioni. Molte società a livello mondiale hanno già iniziato a integrare la sostenibilità nelle proprie attività operative: oltre 12.000 aziende, per esempio, hanno firmato il Global Compact delle Nazioni Unite, varato ufficialmente a luglio 2000 per incoraggiare le imprese a seguire dieci principi nelle aree diritti umani, condizioni di lavoro, ambiente e lotta alla corruzione.

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promuovono ulteriormente questo impegno, chiedendo alle imprese di integrare gli SDG nei propri modelli di business, nel processo di innovazione e negli investimenti. Nel rapporto 2017 della Business and Sustainable Development Commission, intitolato “Better Business, Better World”, i 35 chief executive e membri della società civile che compongono la commissione hanno individuato 60 importanti opportunità di mercato nei settori alimentare e agricoltura, sviluppo urbano, energia e materiali, salute e benessere.[1] Esempi di opportunità di business sono la riduzione degli sprechi alimentari, le nuove tecnologie agricole, l’edilizia abitativa accessibile, l’efficienza energetica degli edifici e del trasporto pubblico o lo sviluppo di modelli di business circolare in grandi settori.

Tutte iniziative meritevoli, ma come si possono integrare queste idee in un approccio di investimento coerente? Poiché da tempo perseguiamo questo obiettivo, possiamo senz’altro dire che non è affatto semplice. Nell’ambito del nostro lavoro, ad aprile 2018 abbiamo pubblicato una ricerca che illustrava la nostra metodologia proprietaria per investire al meglio attraverso una lente SDG.[2] Nell’anno in corso, questa metodologia è stata perfezionata per raggiungere un livello più elevato di granularità, arrivando a valutare non solo i contributi positivi degli emittenti agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ma anche la capacità di giudicare i loro contributi negativi agli SDG. Questo approccio ci consente di fornire un quadro più completo del contributo di un singolo emittente agli SDG.

Il nostro universo di investimento, per questa analisi, è l’MSCI AC World Index: all’interno di questo indice valutiamo quali prodotti e servizi delle società offrono il maggiore contributo a specifici SDG. Abbiamo scoperto che le attività delle aziende risultano tipicamente raggruppate attorno a cinque SDG, ovvero la lotta al cambiamento climatico (che include energia alternativa ed efficienza energetica, SDG 13), l’istruzione di qualità (SDG 4), la salute e benessere (SDG 3) e il consumo e produzione responsabili (che include la prevenzione dell’inquinamento, SDG 12). All’interno di questi settori, tuttavia, l’esposizione verso i diversi SDG varia sensibilmente.

L’obiettivo dell’analisi è individuare i veri leader SDG, partendo dall’identificare le società con ricavi positivamente collegati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Tali società sono quindi sottoposte a ulteriore screening attraverso una fase di controllo del rischio che mira a individuare i veri leader, eliminando gli emittenti con gravi problemi in termini di qualità ESG, misurata dal nostro DWS SynRaging, violazioni delle norme o coinvolgimento in settori controversi. I veri leader, in altre parole, sono le società che offrono il contributo maggiore (ovvero il contributo positivo agli SDG al netto dei fattori di rischio, compresi i ricavi da attività dubbie sotto il profilo SDG).

La nostra analisi dimostra che la maggior parte dei settori concentra i propri sforzi sul contributo all’Obiettivo SDG 13 (lotta contro il cambiamento climatico), tuttavia sussistono importanti differenze sia all’interno dei singoli settori, sia tra un settore e l’altro. In particolare, possiamo distinguere tra il contributo positivo trascurabile osservato nei settori servizi di comunicazione, real estate, materiali e salute, da un lato, e il contributo negativo dei settori energia e beni di consumo primari dall’altro. Per contro, abbiamo scoperto che gli unici settori in grado di contribuire in maniera rilevante all’SDG 11 (città e comunità sostenibili) e all’SDG 3 (salute e benessere) sono, rispettivamente, il settore real estate e il settore salute.

Esaminando i risultati della nostra analisi, abbiamo notato che i sottosettori dai quali proviene il maggiore contributo agli SDG appartengono ai settori salute, tecnologia e real estate, mentre i settori dove si osserva la più bassa percentuale di “veri leader SDG” e “leader SDG” sono l’energia e i servizi di comunicazione. Nonostante le violazioni delle norme per la sicurezza dei prodotti che penalizzano il rating SDG in tutto il settore salute, i sottosettori farmaceutici, biotecnologie-scienze biologiche e apparecchiature-servizi sanitari presentano elevate percentuali di “veri leader SDG” e “leader SDG” (rispettivamente 81% e 82% della capitalizzazione di mercato nei rispettivi sottosettori).

Nel settore IT, tutti e tre i sottosettori hanno un’elevata quota di leader SDG. Abbiamo visto che i prodotti IT vengono tipicamente impiegati a scopo di efficientamento energetico e sono associati all’SDG 13 (lotta contro il cambiamento climatico); lo stesso vale per alcuni dispositivi nel settosettore dei semiconduttori.

Nel settosettore alimentari e bevande notiamo spesso una minore esposizione verso gli SDG rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare. Sebbene contribuiscano agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, queste società hanno rating deludenti a causa del loro contributo netto negativo agli SDG, in particolare all’SDG 2 (contrastare la fame nel mondo- Nutrizione). Nell’ambito dell’SDG 2, uno dei principali obiettivi da raggiungere è l’eliminazione di tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 e la gestione delle esigenze nutrizionali della società. Questo significa che alcune aziende del settore beni di consumo primari sono penalizzate quando si calcola il loro contributo agli SDG, in particolare quelle che producono bevande analcoliche, dolciumi, dessert, prodotti a base di carni rosse e prodotti alimentari altamente trasformati con livelli critici di determinati nutrienti non salutari (es. sale, zucchero, grassi). In questi casi, l’impatto negativo compensa in genere qualsiasi contributo positivo nell’area dell’SDG 2, per esempio i prodotti lattiero-caseari poco trasformati o con pochi additivi, il tè non zuccherato e gli alimenti di base come il riso.

Da ultimo, ma non meno importante, nel settore dei servizi di comunicazione i riscontri positivi sugli SDG sono scarsi o assenti per la maggior parte delle società. Di conseguenza tali aziende, pur ottenendo in molti casi punteggi elevati in termini di qualità ESG, saranno declassate sul fronte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile con rating SDG non superiori a “D”, mentre i leader SDG ottengono rating “A” o “B”.

Che cosa significa tutto questo? In base alla nostra analisi, la maggiore esposizione verso gli SDG riguarda i settori salute, tecnologia e real estate. Nell’analisi dei sottosettori si distinguono hardware e apparecchiature tecnologiche, farmaceutici, biotecnologia e scienze biologiche, apparecchiature e servizi sanitari e le società di prodotti per la casa e la persona. L’analisi dimostra inoltre l’utilità di avere un framework di valutazione degli emittenti in base a criteri coerenti che possiamo utilizzare per definire il nostro Outlook globale relativo ai processi di allocazione settoriale e selezione titoli. L’integrazione delle informazioni ESG in generale, e delle informazioni SDG in particolare, ci consente di ridurre i rischi di investimento e di cogliere le opportunità disponibili sul mercato, contribuendo al tempo stesso a migliorare le sfide sociali e ambientali che la società si trova ad affrontare.

Tutte le opinioni si basano sui dati al 17/06/2020 e potrebbero non verificarsi. Queste informazioni sono soggette a modifiche in qualsiasi momento, sulla base di considerazioni economiche, di mercato e di altro tipo e non devono essere interpretate come una raccomandazione. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Le previsioni si basano su ipotesi, stime, opinioni e modelli ipotetici che potrebbero rivelarsi non corretti. DWS Investment GmbH

1. Business and Sustainable Development Commission (gennaio 2017). Better Business, Better World

2. https://www.dws.com/insights/global-research-institute/Integrating-UN-sustainable-development-goals-into-investment-portfolios/">https://www.dws.com/insights/global-research-institute/Integrating-UN-sustainable-development-goals-into-investment-portfolios/

CIO View